giovedì 17 marzo 2011

Oscar Wilde : Americani (Aforismi ? No.grazie)

Non amo gli aforismi... forse perché abusati da giornalisti-pseudo-scrittori (vedi Gervaso) che li sparano come bombette puzzolenti e poi si guardano intorno gongolanti per "vedere l"effetto-che-fa " Gli aforismi dovrebbero condividere con il romanticismo, insospettabilmente, un'innocente inconsapevolezza Oscar Wilde è il più saccheggiato. Non è che trascorresse il suo tempo snocciolando frasette da cioccolatini, ancorché di alto livello... I cosiddetti aforismi sono largamente tratti dalle sue opere teatrali, ma anche dal suo celeberrimo "Il Ritratto di Dorian Gray", in cui è possibile incontrare una delle più sorprendenti (data l'epoca), dignitose e commoventi dichiarazione d'amore omosessuale che io abbia mai letto... Nonché qualche pregevolezza sugli Americani verso i quali Oscar Wilde nutriva sentimenti che mi onoro di condividere.



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Riporto due righe, prelevo trafitture di ironia, le enucleo da un tutto, sottolineandone l'unitarietà...

Ad un pranzo, alcuni gentlemen spettegolano su di una ricca Americana venuta a cercare marito in Europa. Parlano della fonte della prosperità paterna .

"...Dicono che in America fare il salumiere è il mestiere più redditizio, dopo la politica."
"È carina ?"
"Si comporta come se fosse bella . La maggior parte delle Americane fa così. È il segreto del loro fascino."
"Perché queste Americane non se ne stanno nel loro Paese? Dicono sempre che è il paradiso delle donne."
"Lo è. Per questo, come Eva, non vedono l'ora di uscirne" disse Lord Henry...

Qualche pagina dopo:

"Dicono che nell'aldilà gli Americani buoni vanno a Parigi" ridacchiò sir Thomas, che disponeva di un ampio repertorio di battute di seconda mano.
"Davvero? E dove vanno i cattivi?"chiese la duchessa.
"In America" mormorò Lord Henry...


Traduzione di Masolino D'Amico
Meridiani, Mondadori

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