mercoledì 2 marzo 2011

...E Ho Trovato Cristina




Ammetto che non la conoscevo, ma la dichiarazione d'amore di Stefania Sandrelli (e nella dichiarazione d'amore includo girare un film con la propria figlia nel ruolo di Cristina) mi ha incuriosito, così ho cercato notizie...

Christine de Pizan (o Pisan), o Cristiana di Tommaso da Pizzano, o Cristina da Pizzano, nasce a Venezia nel 1365.
Il padre, medico e astrologo, già Accademico presso l'Università di Bologna, e medico della Serenissima, viene chiamato alla corte francese di Carlo V nel 1368.
Cristiana o Cristina diventa Christine.
Sposa, a soli 15 anni, il giovane segretario del Re.
A 25 anni è vedova.

Christine Insegnante del Figlio Jean


Così, nel 1390, incomincia una nuova, faticosa, e, per l'epoca, straordinaria nuova fase della sua vita.
E' un capofamiglia. Ha la responsabilità di tre figli, della madre, vedova, povera e sola... Ha inizio la sua dignitosa lotta con creditori senza scrupoli, magistrati corrotti, debitori sprezzanti. Certo, si accorge presto che quella situazione non è una congiura ai suoi danni ma la normale condizione di una donna senza la protezione di un marito o di un amante ricco ed influente.

Ha un progetto. Folle, dati i tempi: mantenere se stessa e la sua famiglia con la propria produzione letteraria.
Dovrà combattere contro gli Accademici, chiusi nella loro egoistica grettezza. Solo la brillantezza del suo ingegno ed una certa audace originalità quanto agli argomenti trattati le guadagneranno la stima dei più ed il perenne ricordo nella cultura nord-europea, che la eleggerà antesignana di un moderato, intelligente femminismo.

"....Negli anni dal 1399 al 1403, Christine inizia a comporre l'immane corpus di poesie per cui diviene celebre (lavoro che dura fino al 1415)."

Compone cento ballate in due anni. (Cent balades d'Amant et de Dame)

Con ogni probabilità, nei primi tempi lavora pure come copista e addirittura dirige uno scriptorium di maestri miniatori se è vero che al  Louvre, alla presenza di Filippo di Borgogna, si reca assieme ai suoi aiutanti (avec mes gens).”

Una Lezione di Christine 


In quegli anni, alla Corte di Francia, un gruppo di gentiluomini, di “belle menti”, tentava di far rivivere l'Amor Cortese.
Il giorno di san Valentino del 1400, inaugurarono un'associazione letteraria, “La Corte Amorosa”, con l'intento di ridare la giusta dignità alla figura femminile.
Christine ne fu un importante membro .

La straordinaria metamorfosi da donna a uomo, descritta nel  Livre de la Mutacion de Fortune, composto tra il 1400 e il 1403, viene a simbolizzare, per Pizan, tanto una maggior assunzione di responsabilità quanto il cambiamento che genera la sua vocazione di scrittrice, comunque ancora mestiere da uomo. Pressante e angoscioso rimane infatti in lei il problema della difesa delle donne e l'intento di stabilirne l'autorità attraverso la riscrittura della tradizione.”

Partecipò in prima fila alle fiere polemiche, al battesimo del fuoco del nuovo movimento.
I primi bersagli furono il “Roman de la Rose” e “La Belle Dame sans Merci”.

“...con l'Epistres du Débat sur le "Roman de la Rose" e il  Dit de la Rose essa partecipa pubblicamente alla querelle sul Romanzo della Rosa, accusando con parole di fuoco la triviale tracotanza di Jean Chopinel de Meung-sur-Loire, prete e scrittore misogino, continuatore, attorno al 1270, dell'incompiuto racconto d'amore di Guillaume de Lorris.

Si sono conservate le testimonianze della sua militanza in questa disputa che andava oltre la semplice critica letteraria.
La sua vena polemica si appunterà sempre in modo particolarmente vibrante contro quegli uomini che sono stati allevati ed hanno studiato nei monasteri e nei conventi : i chierici. Alla loro intransigente misoginia opporrà ragionevolezza e logica, alle parole dei Padri della Chiesa opporrà le parole del Nuovo Testamento.
All' identificazione della Donna con la Tentazione (Eva) ed il Peccato, risponderà con la figura della Vergine Maria, ricordando che mai, nei Vangeli, si testimonia che una delle Pie Donne abbia tradito o abbandonato il Cristo.

Intanto, la sua produzione letteraria, brillante e versatile si fa monumentale in pochissimo tempo.

"Le sue creazioni riscuotono notevole successo, così da procurarle illustri committenti: solo nella famiglia reale i fratelli di Carlo V, Jean duca di Berry e il duca Filippo di Borgogna ; la regina Isabella di Baviera, cui Pizan dedica il lussuoso manoscritto miniato di tutte le sue opere (attualmente noto come Harley 4431 e conservato nella British Library); Luigi duca d'Orléans e sua moglie Valentina Visconti.


Christine e la Regina Isabella

Christine è ormai una professionista della scrittura: si fa ritrarre nella solitudine del suo studio, intenta a leggere o calligrafare un testo; cura personalmente la capillare diffusione dei suoi libri; compie ogni sforzo per conquistarsi una salda e durevole fama.
Nel 1404 scrive in prosa il  Livre des Fais et Bonnes Meurs du Sage Roy Charles V, attuando in esso il passaggio dalla biografia alla storiografia a dimostrazione di come memoria, fama, historia siano sempre congiuntamente intrecciate.
Si giunge così al  Livre de la Cité des Dames, fondamentale per la strategia pizaniana di valorizzazione del femminile, congiuntamente al suo corollario, il Livre des Trois Vertus sorta di vademecum della perfetta moglie medievale dedicato alla delfina, Margherita di Borgogna duchessa di Guyenne.


Christine Offre il suo Libro a Margherita di Borgogna


Scritto nell'inverno 1404-1405 e illustrato da Anastasia, la più accreditata miniaturista di Parigi, a confutazione sia del malevolo Liber Lamentationum Matheoli (XIII secolo) sia del boccacciano De Mulieribus Claris, il provocatorio Livre de la Cité consente a Christine, assistita da Ragione, Rettitudine e Giustizia, di progettare la grandiosa costruzione allegorica di una Città fortificata in difesa delle virtuose oltraggiate. La Città è il Libro e il Libro è la Città: opere entrambe perfette e insostituibili.
Subito prima della disfatta di Azincourt, nel 1415, Pizan scrive le Lamentations sur le maux de la guerre civile; nel 1418, l'Epistre de la Prison de vie humaine, dedicata alle francesi orribilmente provate dalle violenze della guerra.


Si ritira quindi presso sua figlia monaca, nel convento delle Domenicane di Poissy, dove, probabilmente nel 1425 morto in esilio il figlio Jean scrive un'opera sulla maternità crocefissa di Maria: Heures de contemplacion sur la Passion de notre Seigneur.


Nel 1429, all'indomani della liberazione di Orléans, la fecondissima scrittrice compone il  Ditié de Jehánne d'Arc, poemetto in 67 strofe di versi sciolti dedicato alla gloriosa pulzella, suo estremo impegno poetico a celebrazione dell'eroismo femminile.

Christine tace nel 1431, quando la Santa guerriera viene condotta al rogo: con ogni probabilità è già morta."


Traduzioni italiane

La Città delle Dame, a cura di P. Caraffi. Edizione di E. J. Richards, Milano-Trento, Luni Editrice, 1998

R. Pernoud, Storia di una scrittrice medievale: Cristina da Pizzano, edit. di L. Cocito, trad. di A. Tombolini, Milano, Jaca Book, 1996

L. Lanza, Frustoli di scrittura. Tra paganesimo e misticismo. Postfazione di M. Ferrari, Venezia, Supernova, 2002, 11-26


"La parola asciutta e la forza delle sue righe creano pagine nuove nella letteratura medievale, impregnata di misoginia e di pregiudizi. Christine, nelle sue opere, minaccia questa tradizione con una penna vellutata e sapiente, consapevole di tutto il suo valore artistico e femminile. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1390 a causa di un'epidemia, e a seguito del declino del favore di cui godeva la sua famiglia a corte, l'autrice esprimerà tutta la sua creatività nella Città delle Dame, ideando una vera e proria città al femminile. L'opera partecipa alla querelle des femmes su vari livelli: da un lato rappresenta una feroce critica ai volgari pregiudizi di Ovidio, dall'altra agisce in modo più sottile rielaborando e riscrivendo fonti tradizionali quali il De Mulieribus Claris boccacciano. In quest'opera l'autrice fa vivere donne sagge, eroiche, malvage, forti e deboli di tutta la tradizione letteraria e mitica, da Didone a Medea, da Diana a Santa Marina vergine, intessendo così una narrazione acrobata dove traspare tutto il suo orgoglio di donna e letterata. Grazie all'espediente narrativo dell'Io Narratore, Christine si fa la prima donna che utilizza la scrittura come mezzo da scagliare contro un patrimonio misogino, un mezzo non solo artistico ma anche eversivo che restituisce alla creatività femminile tutto il suo valore."

Lanza Letizia

Da:
http://www.caritas-ticino.org/

http://www.arabafelice.it/

"El Camino del Largo y de Arte de la Construccìon-Cristina de Pizàn "

http://www.geocities.com/



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