tag:blogger.com,1999:blog-90033687725076634172024-03-05T07:03:18.407+01:00OltreMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.comBlogger75125tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-71601223159256416292016-09-22T17:37:00.000+02:002016-09-22T19:30:41.441+02:00Suits: le Poracciate Non le Fanno Solo i Soliti ItalianiE poi dicono gli Italiani...<br />
Come ho già scritto <a href="http://mab-mabbbbbasta.blogspot.it/2016/09/suits-leta-e-unopinione.html">Qui</a>, la produzione in evidente economia di "<i>Suits"</i>: si gira a <u>Toronto</u>, ma, in teoria, siamo a <u>New York</u>; il cast di sconosciuti, non emergenti ma affondanti, dato il livello medio dell'età; assenza di location esterne; regia e produzione condivise con due dei suddetti perfetti sconosciuti, ecc., ecc. Tenendo sempre presente il fattore <i>ristrettezze</i>, passiamo ad una delle più bieche forme di <u>nepotismo seriale</u> mai viste. <br />
Ho già detto che <i>Donna</i> e <i>Harvey</i> sono vecchi compari, e credevo che lui avesse timidamente - dati i non eccelsi trascorsi professionali dell'amica (l'imperdibile comparsata in "<i>Bones</i>" in cui non ha dovuto neanche cambiare trucco e pettinatura per impersonare la volgare e grottesca rappresentante dell'agenzia immobiliare) - <span style="line-height: 23.2000007629395px;">proposto il di lei nome, ma </span>no! Leggo su <i>www.serialcrush.com</i> che <i>Harvey</i> l'avrebbe imposta, e che, addirittura, il suo personaggio non era neanche previsto! E, poiché, le ciofeche sono come le ciliegie, <i>Donna</i> si è portata dietro anche l'Olivier nero, <i>Jeff Malone</i>, lo stallone di <i>GiAssica</i>. Anche lui suo carISSIMO amico e compagnuccio di scuola.<br />
Del padre di Gabriel Macht-<i>Harvey</i> ho già parlato. Speriamo che la ruffianata sia chiusa qui.<br />
Avevo dimenticato la fidanzata di <i>Mike</i>, Troian Bellisario, che interpreta un suo remoto flirt (e alla quale spero non venga mai in mente di fare una capatina in Italia con quel nome!), nonché la moglie di Macht, Jacinda, che ha interpretato una quasi-storia del suddetto. Aaaah, e il fratello minore di Macht, noto musicista (ehm) va a farsi un po' di pubblicità gratis sul set.<br />
Ora, il nepotismo è odioso ad ogni latitudine, ma, a volte, soprattutto quando si ha necessariamente il braccino corto, può e deve (o dovrebbe avere) un suo perché... Esempio. Fra i pochi attori conosciuti, <u>Eric Roberts</u>, che ha interpretato il ruolo di un arrogante e spregiudicato miliardario nemico giurato di <i>Harvey</i>.<br />
Ora, se il fratello sfigato avesse convinto la ben più famosa sorella <u>Julia</u> (in calo da anni) a fare un'opera buona e a partecipare ad un paio di episodi al minimo sindacale, il tutto avrebbe avuto un senso, ma qui siamo nel delirio. Sconosciuti sfigati che assoldano disinvoltamente, parenti, fidanzati, amici, compagni di scuola ancòra più disperati di loro.... E i fan trepidanti che si chiedono se i quarantacinquenni del cuore infine si sposeranno ... Ma dico, dopo aver imposto la comare nel serial, addirittura creando un personaggio ad hoc, vogliamo credere nel ribaltone finale di una banalissima quanto del tutto inverosimile love story già scritta? E' che gli <i>sfUnZ</i> amano soffrire stringendosi l'uno all'altro per inventarsi un goccio di adrenalina.<br />
Chicca finale: uno dei motivi del contendere tra il miliardario cattivo (Eric Roberts) e <i>Harvey</i> è una <u>Aston Martin del '63</u> che <i>Harvey</i> ha soffiato al riccone.<br />
Tanto per dare l'idea del lusso sfrenato al cartongesso.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvdOyBtv53d0WkITIkR9QCE7bE14pGrPlokput6R00HVb1XLgcm0gE1pAn-ZmXupI7CSkzsQHabcEVXqGWUETWBng9m2D2rohptMWkNUQt5hWadtxMxrJiSiGqj8FYOXcPeeBQs1oF5E/s1600/Aston-martin-DB5-del-1963-di-James-Bond.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXvdOyBtv53d0WkITIkR9QCE7bE14pGrPlokput6R00HVb1XLgcm0gE1pAn-ZmXupI7CSkzsQHabcEVXqGWUETWBng9m2D2rohptMWkNUQt5hWadtxMxrJiSiGqj8FYOXcPeeBQs1oF5E/s400/Aston-martin-DB5-del-1963-di-James-Bond.jpg" width="400" /></a></div>
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Tipico della cialtronaggine della produzione: in una movimentata serata per la storia della serie, Harvey ritorna al galoppo allo studio cavalcando l'Aston Martin. Lo fanno credere, se ne è appena parlato! In realtà, viene inquadrata la nuca di Harvey, la chioma laccatissima di Harvey, il braccio di Harvey, il tutto a 25 cm dal suolo (per gli Americani, se un'auto non è una casa-mobile su 4 ruote deve essere necessariamente una scomodissima ma lussuosa e lussuriosa auto europea!), ma dell'Aston Martin manco un cartonato!<br />
A presto con il post su <i>Donna</i>.<br />
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Mab's Copyright<br />
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-15915991393349835662016-09-19T17:45:00.002+02:002016-09-19T17:45:21.906+02:00Suits: Ode a GiAssica e alla sue Cavalcate per lo Studio<i>GiAssica</i> (Jessica Pearson), ovvero <u>Gina Torres</u>, lascia temporaneamente (che ve lo dico a fare?) "<i>Suits</i>" a metà della sesta stagione. Incolmabile vuoto, luttuosa perdita. Come ho già avuto occasione di dire, trattasi di una serie a tratti piacevole, se non fosse costellata di occasioni mancate e di furbate. Una delle furbate è quella di essere una serie a basso budget che viene girata a Toronto fingendo di essere a New York, e che, per gettare fumo negli occhi, patina anche le suole delle scarpe dei protagonisti, protagonisti sconosciuti ai più, e, che, al massimo, hanno partecipato come comparse parlanti a serie chiuse dopo una stagione, o a lontane serie giovanilistiche, o a .... <i>Xena- Principessa Guerriera</i> ed <i>Hercules</i> come la nostra inestimabile quasi cinquantenne Gina Torres. Vabbé, il passato non conta. Ci sono attori, tutta la vita nell'ombra, che sono esplosi artisticamente da attempati. No, non è questo il caso. Nel senso che Gina Torres non è esplosa. Dovrebbe interpretare il socio fondatore e dirigente di uno degli studi legali più prestigiosi di New York. Una donna tosta, acuta, energica, che ha sacrificato la propria vita privata al lavoro, e che, oltre a dirigere lo studio con polso fermissimo, dovrebbe difenderne l'etica, oltre che i profitti, e l'armonia interna. Ma quando? Per cinque lunghissime stagioni, non la si vede mai con una fagottata di scartoffie sul tavolo, mai in un tribunale, mai scarmigliata, in pullover nero e ballerine, che fa nottata sulle carte di una transazione finanziaria, mai che si faccia un mazzo così per intervenire dove gli altri dello studio falliscono. Lei sfila e sculetta battendo ritmicamente il tacco 12, accompagnata o scortata dal pupillo-lecchino <i>Harvey</i>, con il quale intrattiene interessanti dialoghi sullo stato degli affari riflettendosi nelle interminabili e claustrofobiche vetrate degli uffici. Harvey si controlla la cravatta, lei se il didietro è strizzato a sufficienza negli improbabili "abitini" da avvocato e capo di uno studio. E fin qui, non è colpa sua: la disegnano così! Voglio dire, gli sceneggiatori non si sono sprecati affatto nel delineare il suo personaggio, nel cercare di renderlo verosimile. Oltre ad essere chiaramente lavativa, è arrogante e cafona q.b. - il che non è MAI sinonimo di "carattere" - ingiusta, parziale, doppiopesista, doppiogiochista, radicalmente ipocrita e sostanzialmente inutile. Più che agevolare l'armonia tra soci ed associati, passa il tempo a sfilare vestita come una escort o, forse, come una maitresse - data l'età - facendo ticchettanti blitz nello studio (rigorosamente privo di libri, fascicoli, cartelle, ecc) dell'uno e dell'altro per coccolarsi il suo bambino virtuale o tirargli teneramente le orecchie, e disprezzare, manipolare, per*ulare il socio più produttivo dello studio ma sfigato, senza mancare di dardeggiare occhiate contro tutto il materiale umano che le fa schifo. Oppure, convoca l'imputato di turno, spaparanzata sul divano in pelle umana, bicchiere in mano (guai a fumare una sigaretta, ma la cirrosi, la pancreatite e il cancro al fegato vanno benissimo!), il vestitino tirato sulle cosciazze, tutta spalla o schiena nuda, fra drappeggi e volant. Credibilissima. In cinque stagioni, si è infilata sì e no un paio di volte in un tailleurino femminile ma decente. E qui incominciano le sue responsabilità, perché persino nella catena di montaggio delle serie televisive, un'attrice protagonista può e deve pretendere di non ridicolizzare il proprio personaggio. Una attrice - se è brava - può risollevare le sorti persino di un personaggio pessimo, senza sfumature, spessore e qualità di scrittura. Ma questa non è manco un'attrice. L'infinita gamma delle sue espressioni:<br />
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Da sinistra a destra, dall'alto verso il basso:<br />
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1) <i>GiAssica</i> inca**ata.<br />
2) <i>GiAssica</i> preoccupata<br />
3) <i>GiAssica</i> pensierosa<br />
4) <i>GiAssica</i> combattuta interiormente (ehm!)<br />
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<span id="goog_246781313"></span><span id="goog_246781314"></span><br />
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<i>GiAssica</i> che dirime un caso spinoso indossando le prime quattro robe trovate nell'armadio: il vestitino sfoggiato al matrimonio cafonal della nipote una settimana prima.<br />
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Sempre in bianco e rosa (tipici colori da virginale cinquantenne), con plissettature, svolazzi e volant - per restare sul sobrio - in una tipica mattinata di duro lavoro nello studio di Harvey.<br />
p.s.<br />
Non vi allarmate. Quei "cosi" alle sue spalle non sono ponderosi libri di giurisprudenza, ma la collezione di vinili di Harvey.<br />
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Ed ecco la nostra <i>GiAssica</i> finalmente in un tailleur tipicamente da udienze o patteggiamenti mattutini. Giulia Bongiorno - mi dicono - ne ha uno uguale.<br />
Da notare l'espressione "nuova" e intensa.<br />
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Qui ci ha ripensato. La spalla di fuori è più professionale. Ennesima sfaccettatura espressiva.<br />
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Poi, ho pensato: a parte il fatto che la produzione stringe la cinghia e si devono accontentare di una comparsa di <i>Xena</i>, non è che siamo, invece, nel politicamente corretto, nella quota minoranze etniche? Il dubbio si rafforza quando si affaccia il manzone afro, in vestiti translucidi e pagnottoni dei bicipiti che spaccano le cuciture sprizzando giurisprudenza da tutti i pori. Naturalmente, è giunta l'ora dell'accoppiamento di <i>GiAssica. </i>Non vi dico l'eletrizzante empatia che trasmettono con la loro intensa storia d'amore. Le espressioni di <i>GiAssica</i> scatenano un vortice di emozioni. Le dinamiche sono in misto del trattamento riservato al socio <i>coccodizia</i> e allo sfigato, più occasionali seratine. Manca la cravatta appesa alla maniglia, ma hanno provveduto con una finezza... Un paio di dvd che segnalano maliziosamente l'imminente accoppiamento.<br />
<br />
Ma se fossimo in piena quota minoranze, perché non prendere, allora - un nome a caso - <u>Jennifer Beals</u>? Le mangia in testa a <i>GiAssica. </i>Più grande di qualche anno, sembra la sorellina minore di GiAssica e Donna, è molto più bella, molto meno spianata e stirata, molto più brava, molto più affascinante. l'ho appena rivista in <i>Lie to Me</i>, guarda il caso nei panni di un procuratore legale ed era splendida.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidVmT0HODJf2jWViL971-BdNYA94FgVdsThrTNao4apXSKcyoZJqvBiJEnGn7X_G_8_m6MPdT5eZ_UDMHrfzGPn3GOPNUGC9duiIRHeRtAs08wdiWXl44zY_WWn4VAWhlCvY4hu9hE-IY/s1600/15yjkht.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="343" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidVmT0HODJf2jWViL971-BdNYA94FgVdsThrTNao4apXSKcyoZJqvBiJEnGn7X_G_8_m6MPdT5eZ_UDMHrfzGPn3GOPNUGC9duiIRHeRtAs08wdiWXl44zY_WWn4VAWhlCvY4hu9hE-IY/s400/15yjkht.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Dai, su, una raspatina al capello, e il cambio non è neanche da discutere. Ma è bravina, e la novità sconvolgerebbe il set.<br />
Intanto, anche se durerà troppo poco, mi godo la dipartita della cavallona su tacco 12 e <i>zero tituli</i>....<br />
<br />
Mab's CopyrightMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-23978799220711625602016-09-19T14:38:00.001+02:002016-09-19T14:41:02.950+02:00Emmy Awards 2016Personalmente, esulto per l'ennesimo riconoscimento a Maggie Smith e a Sherlock: l'Abominevole Sposa. Mi accontento di poco. Ho qualche rimpianto, ma Game of Thrones è un gigante cannibale che fagocita la qualsiasi...<br />
Incazzata nera per le mancate candidature a "Penny Dreadful". Per dure.<br />
<br />
<u>Dall'articolo di Diego Castelli su serialminds.com</u>:<br />
<br />
MIGLIOR DRAMA<br />
<br />
The Americans<br />
Better Call Saul<br />
Downton Abbey<br />
<i><b><span style="color: #ead1dc;">Game of Thrones </span></b></i><br />
Homeland<br />
House of Cards<br />
Mr. Robot<br />
<br />
<i>Per quanto Game of Thrones, come tutti i fenomeni culturali di massa, abbia tanti estimatori quanto detrattori, è difficile negare che al momento sia la cosa televisiva più vicina al cinema (nel senso più ampio e nobile del termine) che i nostri piccoli schermi possano ricevere. La sua vittoria in questo senso era scontata, non fa notizia, specie visto che rispetto all’anno scorso non c’era nemmeno la concorrenza di un altro fenomeno al tramonto come Mad Men (e vinse comunque GoT). Onestamente non so quali altri dei candidati potessero sperare di vincere.</i><br />
<br />
MIGLIOR COMEDY<br />
<br />
Black-ish<br />
Master of None<br />
Modern Family<br />
Silicon Valley<br />
Transparent<br />
Unbreakable Kimmy Schmidt<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Veep </span></i></b><br />
<br />
<i>Noi speravmo nella vittoria di Master Of None, ma Veep è una corazzata inossidabile che già aveva vinto l’anno scorso e che pare non conoscere ostacoli. Peraltro non le puoi nemmeno dire granché povera bestia.</i><br />
<br />
ATTORE PROTAGONISTA IN UN DRAMA<br />
<br />
Kyle Chandler, Bloodline<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Rami Malek</span></i></b>, Mr. Robot<br />
Bob Odenkirk, Better Call<br />
Saul
Matthew Rhys, The Americans<br />
Liev Schreiber, Ray Donovan<br />
Kevin Spacey, House of Cards<br />
<br />
<i>A luglio, commentando le nomination e parlando del possibile Emmy a Rami Malek, dissi “dateglielo e basta”. E così è stato, non certo su mio suggerimento (per quanto mi piacerebbe) ma semplicemente perché il buon Malek se lo merita alla grande, e vederlo perdere l’anno scorso mentre vinceva Christian Slater nella stessa serie aveva fatto un po’ male al cuore. Ora tutto è sistemato.</i><br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCyITWoX0NTNpvLp3vfCMoSdLa6Up6l0QjWsquYQTjBc07cft6j5reFPvi3SVk7ifKFBz6pJYx_7wNEaFtZtgq8u6hP2MUwGTSz4r00acJ_iYnbe1Z4C67MX_CEA4mFfsVLE0XAOe_P1Y/s1600/Malek.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCyITWoX0NTNpvLp3vfCMoSdLa6Up6l0QjWsquYQTjBc07cft6j5reFPvi3SVk7ifKFBz6pJYx_7wNEaFtZtgq8u6hP2MUwGTSz4r00acJ_iYnbe1Z4C67MX_CEA4mFfsVLE0XAOe_P1Y/s640/Malek.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
ATTRICE PROTAGONISTA IN UN DRAMA<br />
Claire Danes, Homeland<br />
Viola Davis, How to Get Away with Murder<br />
Taraji P. Henson, Empire<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Tatiana Maslany</span></i></b>, Orphan Black<br />
Keri Russell, The Americans<br />
Robin Wright, House of Cards<br />
<br />
<i>Eccolo qui l’altro sassolino (sassolone) che ci siamo tolti dalle scarpe. L’anno scorso vinse Viola Davis senza alcun motivo valido, se non forse un trattamento di favore per le minoranze, del tutto ipocrita. Questa volta finalmente si torna ai veri valori: Tatiana Maslany recita in una serie in cui interpreta una decina di personaggi e paradossalmente sembra quasi che Orphan Black le stia stretta, che sceneggiatura e regia non siano all’altezza di quello che la sua protagonista può dare. Emmy meritato e pure tardivo</i>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMuJnjnepWbPpxgXLvc5HREHrqJsgiYK9aHkUfPb_0CvrlcfsMiefwh5n4ik3vUGIi__sltXCF02dF_QMfEefMjzMVFCV3Q8r1GzM7C31dWRS1xRwNXtQOj7ddM8onwkAR5olMEWuYmUQ/s1600/tatiana-maslany-emmys.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMuJnjnepWbPpxgXLvc5HREHrqJsgiYK9aHkUfPb_0CvrlcfsMiefwh5n4ik3vUGIi__sltXCF02dF_QMfEefMjzMVFCV3Q8r1GzM7C31dWRS1xRwNXtQOj7ddM8onwkAR5olMEWuYmUQ/s640/tatiana-maslany-emmys.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA<br />
<br />
Jonathan Banks, Better Call Saul<br />
Peter Dinklage, Game of Thrones<br />
Michael Kelly, House of Cards<br />
Kit Harington, Game of Thrones<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Ben Mendelsohn</span></i></b>, Bloodline<br />
Jon Voight, Ray Donovan<br />
<br />
<i>Qui a Serial Minds Bloodline l’abbiamo proprio persa di vista (non si riesce a vedere tutto…) quindi non mi sento di fare chissà che commento pro o contro. Mi sarebbe piaciuto veder vincere Jon Voight, ma amen, quello è già una leggenda di Hollywood, emmy più, emmy meno non è che cambia tanto… </i><br />
<br />
<br />
ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA<br />
<br />
Emilia Clarke, Game of Thrones<br />
Lena Headey, Game of Thrones<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Maggie Smith</span></i></b>, Downton Abbey<br />
Maura Tierney, The Affair<br />
Maisie Williams, Game of Thrones<br />
Constance Zimmer, UnREAL<br />
<br />
<i>Fa uno strano effetto vedere vincere Downton Abbey, che sembra essere finita una vita fa. Eppure, complice le date della messa in onda americana (noi di solito tenevamo d’occhio quella inglese), è potuta rientrare in gara ancora una volta, garantendo il terzo emmy a Maggie Smith. A cui non puoi dire nulla a prescindere</i>.<br />
<br />
<br />
MINISERIE<br />
<br />
American Crime<br />
Fargo<br />
The Night Manager<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">The People v. O.J. Simpson: American Crime Story </span></i></b><br />
Roots<br />
<br />
Eccolo qui il primo degli attesi e pretesi Emmy per American Crime Story. Li volevamo, sono arrivati, e ora si gioisce.<br />
<br />
<br />
TV MOVIE<br />
<br />
A Very Murray Christmas<br />
All the Way<br />
Confirmation<br />
Luther<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Sherlock: The Abominable Bride</span></i></b><br />
<br />
<i>Qualcuno l’ha bocciato considerandolo una mezza presa per il culo (per il suo essere uno speciale vittoriano ma anche un effettivo gancio alla serie regolare), fatto sta che però con Abominable Bride Sherlock ci ha tenuto incollati alla poltrona e ci ha fatto discutere per giorni. E poi se vince Sherlock va bene e basta</i>.<br />
<br />
ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE<br />
<br />
Bryan Cranston, All the Way<br />
Benedict Cumberbatch, Sherlock: The Abominable Bride<br />
Idris Elba, Luther<br />
Cuba Gooding Jr., The People v. O.J. Simpson: American Crime Story<br />
Tom Hiddleston, The Night Manager<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Courtney B. Vance</span></i></b>, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story<br />
<br />
<i>E via con la girandola di attori vincenti per American Crime Story. Comincia Vance con il suo Johnnie Cochran, difensore del probabile assassino e capace di sconfinare dall’avvocato al predicatore mistico. Applausi</i>.<br />
<br />
<br />
ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE<br />
<br />
Kirsten Dunst, Fargo<br />
Felicity Huffman, American Crime<br />
Audra McDonald, Lady Day at Emersons Bar and Grill<br />
<b><i><span style="color: #ead1dc;">Sarah Paulson</span></i></b>, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story<br />
Lili Taylor, American Crime<br />
Kerry Washington, Confirmation<br />
<br />
<i>Dopo essere stata nominata tante volte per American Horror Story, Sarah Paulson DOVEVA vincere questo emmy (in una serie dal nome molto simile). La sua Marcia Clark (che la Paulson s’è pure portata in sala!) è semplicemente un’altra categoria, un perfetto miscuglio di competenza e fragilità, a restituire i drammi interiori di una donna che credeva di avere la vittoria in pugno e se l’è vista scivolare fra le dita. Bravissima, meritatissimo</i>.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwtKjIvL2LRaPWV2BnDGlYJ2aRFiD-ZuhX3-N5MMK5EvBtTQ5UtIr7oxyOGWvw66j1MpyOcLpl2zaVj4QpAqW2_B3ttNM13ri7d9vrrRu-e0xOQkquyE6Im_AOaUrkQRArevbTEkO3Rm0/s1600/Paulson.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwtKjIvL2LRaPWV2BnDGlYJ2aRFiD-ZuhX3-N5MMK5EvBtTQ5UtIr7oxyOGWvw66j1MpyOcLpl2zaVj4QpAqW2_B3ttNM13ri7d9vrrRu-e0xOQkquyE6Im_AOaUrkQRArevbTEkO3Rm0/s640/Paulson.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA MINISERIE, TV MOVIE O SPECIALE<br />
<br />
Fargo (“Loplop”), Bob DeLaurentis<br />
Fargo (“Palindrome”), Noah Hawley<br />
The Night Manager, David Farr<br />
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“From the Ashes of Tragedy), Scott Alexander and Larry Karaszewski<br />
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“Marcia, Marcia, Marcia”), <b><i><span style="color: #ead1dc;">D.V. DeVincentis </span></i></b><br />
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“The Race Card”), Joe Robert Cole<br />
<br />
<i>Ed eccoci all’ultimo emmy per American Crime Story, probabilmente la vincitrice più evidente della serata, col maggior numero di premi e l’impressione di aver proprio spaccato. Il premio alla sceneggiatura è peraltro doveroso, per una serie capace di raccontare un fatto di cronaca conosciutissimo a tutto il pubblico, riuscendo comunque a garantire la suspense del miglior thriller, unita a una rara capacità di coordinare un numero davvero elevato di personaggi, ognuno in grado di svettare e brillare a modo suo (e non a caso sono arrivati gli altri emmy). Qui a Serial Minds avevamo sperato fin da subito in questo trionfo, e quindi applaudiamo senza riserve. Quest’anno ci è andata proprio bene</i>.
<br />
<br />
L'articolo integrale è <a href="http://www.serialminds.com/2016/09/19/emmy-awards-2016-vincitori-e-commenti/">Qui</a>.Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-28024213992647549302016-09-18T07:29:00.000+02:002016-09-18T07:29:32.368+02:00Being Human, Quando Aidan Turner era il Vampiro Mitchell e gli Odiosi Romelza Erano LontaniLa BBC sta trasmettendo con grande successo la seconda stagione di "<i>Poldark</i>", serie televisiva tratta dalla saga di <i>Winston Graham</i> (dodici tomi) ambientata sul finire del diciottesimo secolo - Poldark è un reduce britannico della Guerra di Indipendenza Americana - pubblicata negli anni '40 del secolo scorso. Viene presentato nelle recensioni come "romanzo storico". Chiariamo: il romanzo storico è un'altra cosa. Trattasi di una saga d'amore e di avventure già editata in Italia in passato come <i>romanzo rosa </i>(giustamente). Il fatto che le vicende di <i>Ross Poldark</i> siano ambientate a fine Settecento è del tutto incidentale. Va preso per ciò che è: un romanzone popolare, a tratti verosimile, mai realistico. E' una fiaba letteraria, con buoni-buoni e cattivi-cattivi, con una delle Cenerentole più inverosimili mai descritta, e la bellissima ma calcolatrice antagonista. Il prodotto televisivo è all'altezza della professionalità, della bravura, del buon gusto di chi scrive, produce e dirige la fiction britannica. Una garanzia. Quanto ai contenuti, se la saga è una lunga fiaba popolare, la serie televisiva è la fiaba della fiaba, ancor meno realistica del testo scritto. Un Settecento che non esiste se non nei meravigliosi dettagli, un gentleman britannico dai comportamenti impensabili per l'epoca in cui viene <i>disegnato</i>. Il tutto con quel bonario conservatorismo misto a infausti innesti di "modernità" che dovrebbe rendere il prodotto gradevole e comprensibile ai più.<br />
Protagonista è <u>Aidan Turner</u>, indimenticato protagonista del bellissimo, ironico, intelligente <i>Being Human</i>, una perla, un piccolo gioiello con la solita pecca del forzato protrarsi della serie. Un paio di stagioni e sarebbe stato perfetto. Certamente, <i>Poldark</i> rappresenta perTurner un notevole passo avanti verso un successo popolare su più larga scala, ma è un bel tonfo rispetto alla brillantezza, all'intelligenza e al contenuto artistico di <i>Being Human</i>. E il fatto che risulti più vero, reale e realistico, più umano nei panni (sdruciti) del <i>vampiro Mitchell </i>che nei romantici mantelloni gonfiati dal vento della Cornovaglia di <i>Poldark</i> la dice lunga sul valore delle due serie e sul rimpianto per il Turner che fu. Quanto alla stupidera dei fan che seguono solo e soltanto le - ehm - dinamiche di coppia senza farsi una domanda intelligente che è una, tranne raccomandare "Niente spoiler, per carità".... Facessero l'ennesima riduzione televisiva de <i>I Promessi Sposi</i>, mi sa che urlerebbero ugualmente "No spoiler!" e cinguetterebbero sulla bellezza della coppia <i>Renzucia</i>.<br />
Consoliamoci con un amarcord di <u>Mitchell ed Annie</u>, che, per essere un Vampiro e un Fantasma, sembrano tanto ma tanto più veri e simpatici dei... <i>Romelza</i> (Puah!).<br />
<br />
<br />
<center>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/TQ84eGZmv3o?wmode=transparent" width="560"></iframe></center>
Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-90198301920016145792016-09-15T20:33:00.001+02:002016-09-15T20:33:41.583+02:00Suits: l'Età è un'Opinione....Pensavo di parlare di "<i>Sherlock</i>", ma, dopo il magnifico e plumbeo tuffo nella mia personale première di "<i>Penny Dreadful</i>", mi ha punto vaghezza di un sano ca**eggio. Dalla ambigua e inquietante Londra ricreata a Dublino di "<i>Penny Dreadful</i>" alla New York inventata a Toronto di "<i>Suits</i>". Doppio salto mortale carpiato... con spanzata. Una toccata e fuga. Non vorrei essere fraintesa: ho incominciato a seguire "<i>Suits</i>" (sempre saltabeccando di stagione in stagione), e se non ci trovassi qualcosa di buono e/o divertente non lo farei. Ma il salto è davvero mortale.<br />
<br />
Poche precisazioni:<br />
1) Non sono mai stata <i>fan</i>atica di niente e di nessuno, manco a dodici anni. Il che mi porta ad essere flagellata da chi è portato ad esserlo, ma mi consente una certa libertà di giudizio, e, credo, la possibilità di godermi una serie, un film, un telefilm in tutte le sue sfaccettature.<br />
2) Tollero tutto, ma non la retorica e la stupidità (strettamente legate). Perfino nelle serie televisive.<br />
3) Un piccolo Goya che è in me vede il grottesco anche in una semplice scivolata di gusto.<br />
<br />
Ciò detto, e crollando dalle vette di "<i>Penny Dreadful</i>" agli scantinati (patinati) di "<i>Suits</i>" - che approfondirò in un altro momento - giochicchio un po'.<br />
Passiamo da una serie lussuosa (e costosa), con un ottimo cast e una bella scrittura, ad una serie-fai-da-te. Tutto in economia. E si vede. Violata la regola aurea delle tre stagioni che avrebbe potuto salvarla, si avvia verso il destino triste e baro delle serie inutilmente e vacuamente prolisse, strizzate, allungate, sbrodolate. Massimo risultato (economico) con il minimo sforzo (produttivo e di scrittura). Né può contare sul materiale umano, ovvero, gli interpreti. Una mostra canina.<br />
Voglio dire, <i>GiAssica</i> (Jessica, ovvero <u>Gina Torres</u>) l'imperdibile boss dello studio-show room idealmente collocato a New York viene da <i>Xena - Principessa guerriera</i> e <i>Hercules</i>. Per dire. Sfoggia due-espressioni-due da sei stagioni e una non appartiene al suo viso. Il massimo apporto alla serie sono le sue sfilate per gli irreali, infiniti corridoi di un uno studio irreale sculettando ritmicamente (<i>destr-sinistr, sinistre-destr</i>...). Un pezzone di carne su tacco 12 perennemente strizzata in vestitini assassini, che manco una escort a una cena "elegante". Credo sia sulla cinquantina, ma in questa serie in particolare (non è la sola, eh?) l'età, l'effettiva corrispondenza tra età dell'attore e quella del personaggio, e verosimglianza sono proprio opzionali. Con grottesche ricadute. Parliamone.<br />
Le grottesche ricadute sono dovute, in gran parte, all'inutile (per lo spettatore, non per le tasche della produzione) allungamento della serie. E vi spiego perché.<br />
Il "bello e impossibile" di "<i>Suits</i>", <i>Harvey Specter</i>, è <u>Gabriel Macht</u>. Chi è? Diranno i miei piccoli lettori. A saperlo! Un prestante giovanotto di belle speranze, mi son detta, dopo una prima occhiata. E' Nessuno. Ma proprio nessuno. E non è un giovanotto. E' sui quarantacinque. Figlio di un altro <i>nessuno</i>, uno che, per tutta la sua vita professionale, entrava e usciva, mai da protagonista, da episodi di <i>Matlock, Colombo,</i> e affini. (E, naturalmente, giacché il sangue non è acqua, gli hanno regalato una partecipazione anche a "<i>Suits</i>").<br />
In realtà, Gabriel Macht interpreta - fatti due conti - il <u>trentacinquenne</u>, arrembante avvocato, socio del pregiato studiato <i>Pearson, Specter&Litt</i>. Lui di espressioni ne ha almeno tre (e il didietro non conta, nel suo caso), una seria, una seria ed inca**ata, una sorniona. Punto. Per essere completamente onesta, devo precisare che la sua voce e la conseguente interpretazione sono un po' meglio del doppiatore che gli hanno affibbiato, uno che, evidentemente, viene dal doppiaggio di manga e spot. Sui quarantacinque anni è anche la sua segretaria (ho già sulla punta delle dita un post su di lei), tale <i>Donna </i>(Sarah Rafferty). <i>Roscia</i> con <u>una</u> espressione. Ma non è colpa sua. Hanno tolto dieci anni anche a lei. E saranno andati giù di brutto con il botox perché ha il viso spianato come una camicia stirata con vaporella, dagli occhi al labbro superiore compreso è paralizzata (se è colpa di una qualche paresi di cui non ho notizia, chiedo scusa per la gaffe in buona fede). Purtroppo, la gola (da tacchino) è traditrice, così come le ciccette flaccide che si affacciano crudelmente dagli abitini strizzati (avete presente quelle piegoline frollate... ?) e le restituiscono i dieci anni più gli interessi. E non l'aiutano le solite sfilate a tacco battente per i soliti corridoi vestita come una clandestina cubana che ha fatto i soldi. Quando le levano <u>ulteriori</u> dieci anni per un <i>flashback</i>, se la cavano mettendole una frangia da badante rumena sulla fronte (con tutto il rispetto per le badanti rumene). Nè la salva il pedigree (in fondo, famose attrici del nostro teatro interpretavano "<i>Scampolo</i>" a sessant'anni). L'ultima imperdibile interpretazione di cui ho notizia è una comparsata con due battute in un episodio di "<i>Bones</i>", in cui, già sui quaranta, nei panni di una piazzista di case e con la solita còfana roscia cotonata, arricciolata e fissata con la fiamma ossidrica, allunga una bomboletta di lacca a <i>Bones</i> per evitare che una mano di cenere si dissolva. Ma è amica di Macht dai tempi della scuola (?) e, visto l'esempio di <i>papi</i>, mi sa che ha ricevuto la grazia. Intanto, il tempo passa, una stagione segue l'altra, e il povero Macht, color cremisi e sempre più imbolsito, rischia l'ictus con i colletti strizzati dei suoi completini ingessati da "giovanottone rampante".<br />
Chi ha <i>davvero</i> trentacinque anni è <i>Mike</i>, <u>Patrick J. Adams</u>, il non-avvocatino co-protagonista. Naturalmente, sempre fatti i due soliti conticini, è sui venticinque nella serie. E anche a lui, la lunghezza dell'avventura non fa bene. Il faccino da ragazzino alla <i>Frodo</i> si sta intarchiando e la stempiatura avanza. Ed è un peccato, perché, insieme al mio amato <i>Louis, </i><u>Rick Hoffman</u><i> </i>(l'unico, vero motivo per seguire "<i>Suits</i>", il riscatto attoriale e di scrittura di "<i>Suits</i>"), ma a grande distanza, è l'unico che sfoggia una relativa padronanza sia del personaggio che della sua espressività.<br />
<br />
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<span id="goog_1493967820"></span><span id="goog_1493967821"></span><br />
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Poi, non è colpa sua se "lo disegnano così". E, invece di sacrificarlo nella più insulsa relazione di tutti i tempi televisivi con l'insulsa <i>Rachel </i>(Meghan Markle, anche lei venticinquenne di trentacinque anni!), lo avrei visto benissimo in qualche stuzzicante sfida amoroso-giuridica con <u>la sua coetanea</u> <i>Dana Scott </i>(Abigail Spencer), l'unica penalizzata da queste sforbiciate generazionali.<br />
<br />
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<br />
<br />
Sì, perché a lei, e a lei soltanto, di fatto, hanno lasciato la sua vera età, e, di conseguenza, se la matematica non è un'opinione e tanto mi dà tanto, dieci anni glieli hanno aggiunti, facendole interpretare una collega di studi del quarantacinquenne Macht dei tempi di Harvard. Più o meno coetanea anche dell'attempata <i>Donna</i>, quindi. Burp!<br />
<br />
Mab's CopyrightMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-14259847693399714982016-09-14T07:54:00.000+02:002016-09-18T07:43:55.059+02:00Arthur Berzinsh<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-63484015534927630352016-09-13T03:07:00.002+02:002016-09-13T03:07:54.385+02:00Penny Dreadful: Incontri e ProposteLa serie, il primo episodio, si apre senza mediazioni, una madre e una bambina strette fra gli stracci di un giaciglio, la madre che sfrutta l'inaudito ed estemporaneo lusso di una latrina domestica, e viene risucchiata dal <i>mostro</i>. La figlioletta ne seguirà la sorte, ci vuol poco ad immaginarlo.<br />
E senza mediazioni è presentata <u>Vanessa Ives</u>*, scalza, inginocchiata sul nudo pavimento di una stanza nuda, davanti ad un crocifisso. Appartiene alla cerchia delle mistiche folli d'amore, invasate e possedute dal Bene. Le preghiere che recita velocemente sanno di esorcismo. E quale sia la sua missione è rivelato dai ragni che strisciano sul crocifisso e poi su di lei. E' una guerriera e la sua vocazione è il martirio, la sua preghiera è sofferenza. Come ho detto, si può essere "possedute" anche dalle forze del Bene.<br />
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"<i>One of my first days on set was the scene with Vanessa praying to the cross on the wall. I was amazed by how Bayona worked with Eva Green in creating the scene and that stunning performance. While Vanessa begins to shake and convulse, what you can’t see beneath the camera is that she was holding one end of a rope, while Bayona lay next to her and tugged hard on the other end. She was forced to tug back, resulting in the jerky movements you see. Bayona had an incredible ability to create these tense moments that would always leave everyone in the room in silence. I’m glad to say that all those spiders were created by our visual effects team…otherwise I’m not so sure I would be quite so enthusiastic about being in that room!</i>"<br />
Michelle Ryan, Digital Content Producer for Penny Dreadful.<br />
<br />
[*Eva Green, europea, fugace musa di Bertolucci, Bond-girl, vincitrice di un Bafta, figlia di quella <i>Marléne Jobert</i>, francese, partner di Lino Ventura, Michel Piccoli, Alain Delon, ecc, negli anni '70. Per fortuna non assomiglia a mammà né fisicamente né professionalmente]<br />
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<br />
E, all'improvviso, il colore livido del delitto oscuro e della possessione religiosa vengono spazzati via dall'irruzione del personaggio successivo, <u>Ethan Chandler</u>* - un'eco del Buffalo Bill circense - che, truccato come una puttana sfacciata, rappresenta in Europa, il riflesso farlocco dei gloriosi delitti del generale Custer. Tra nani, funamboli e ballerine. Il tutto girato al Cabinteely Park di Wicklow, Dublino.<br />
<br />
[E' Josh Hartnett - e torniamo in America - che, dopo una dimenticabile <i>Pearl Harbor</i>, inanella <i>Sin City</i>, e il bellissimo <i>The Black Dahlia </i>con Scarlett Johansson e Hilary Swank].<br />
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<br />
<br />
Tra il pubblico c'è Vanessa Ives, che gli farà una proposta, un <i>lavoro notturno</i>, un lavoro rischioso. Ma non prima di averlo "fotografato" come avrebbe fatto il migliore Sherlock, ricostruendo il suo passato e intuendo il suo presente da millantatore dal bell'orologio d'oro contrastante con gli abiti logori, con gli stivali risuolati più volte, dalla mano tremolante per le bevute che tenta di nasconderle, ecc. ecc. Il tono del colloquio si può dedurre da fulminei scambi di battute:<br />
"E' un atto criminoso?"<br />
"Vi importerebbe?"<br />
"E' un omicidio?"<br />
"Vi importerebbe?"<br />
E, quando Vanessa si allontana, con la noncurante regalità che impareremo a (ri)conoscerle:<br />
"Avete un nome?"<br />
"Sì", et voilà. E' nata una regina.<br />
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E torniamo a parlare della Londra livida, stracci svolazzanti e nebbia - una Londra anch'essa ricostruita in Irlanda, nel Guinness Storehouse di Dublino, credo, anche in questo caso, per gli sgravi fiscali e gli incentivi economici più che per l'inclinazione immaginifica dello sceneggiatore entusiasticamente appoggiato dalla produzione.<br />
L'appuntamento li porta a sprofondare nei bassifondi, poi in una fumeria d'oppio (e balena il Johnny Depp disperato investigatore drogato di assenzio de "<i>La Vera Storia di Jack lo Squartatore</i>"), poi nei sotterranei della suddetta fumeria.<br />
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<br />
E qui, Ethan e Vanessa incontrano <u>sir Malcom Murray</u> (Timothy Daliton), che si presenta al pistolero made in U.S.A solo come uno che "<i>cerca una persona cara che gli è stata portata via</i>". E anche qui senza filtri né mediazioni avviene lo scontro con un drappello di infettati dal Male, poi la ricerca in un ossario-carnaio di vittime e futuri carnefici, alla ricerca di Mina, della figlia perduta, di ciò che è diventata. E dall'inferno di ossa e carne, striscia fuori una Creatura, ombra dell'Altro, che li assale e viene ucciso.<br />
A proposito della scena nell'ossario-carnaio e dell'incontro con il vampiro (un certo Robert, nella vita reale), Michelle Ryan scrive:<br />
"<i>I have never winced so much while walking through a set – the piles of dead bodies slumped in corners, and body parts lying on shelves and scattered across the room. This was not for the faint of heart. I managed to find an out-of-the-way balcony, and watched as the Vampire slowly emerged from the heap of bodies to catch one of the characters and throw him across the room. During one take, the actor tripped (on a spare limb no doubt) and actually fell across the room. Our vicious Vampire snapped out of his fierce, snarling stance and gasped “Oh no, I’m so sorry…Oh god, I’m a real Vampire!” Everyone cracked up.</i>"<br />
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<br />
Il corpo della creatura viene trasportato in un altro sprofondo: la fiorente industria di cadaveri per gli studenti e studiosi di Medicina.<br />
Parentesi: effettivamente, a Londra questo commercio ebbe inizio con pochi scellini allungati a foschi inservienti di ospedali per i poveri e a becchini. La richiesta cresceva, la ricerca di corpi "freschi" diventava faticosa. Alcune bande formate dai suddetti foschi individui pensarono che fosse cosa buona e giusta aumentare notevolmente i prezzi, e che fosse un'idea ancòra più brillante non perdere tempo trafugando cadaveri qui e là. Meglio "produrre" cadaveri. Innumerevoli leggende metropolitane nacquero intorno a questo argomento. Ma questa è un'altra storia, direbbe qualcuno.<br />
<br />
E incontriamo il destinatario della seconda Proposta: il <u>dottor Frankenstein</u> (Harry Treadaway, attore inglese, buoni studi, senza infamia e senza lode), molto poco barone, più giovane studioso "posseduto" dalla fame di Conoscenza quasi quanto Vanessa Ives è posseduta dalla sua fede febbrile e sir Malcom è posseduto dal desiderio di salvare sua figlia "<i>a costo di uccidere il mondo intero</i>".<br />
Come spiegherà a sir Malcom in un incontro successivo, quello della "proposta", il giovane Frankenstein non è interessato alla Conoscenza fine a se stessa, non gli interessa contare le screziature di una foglia o le spire di un rettile, né, a differenza di sir Malcom, che, man mano, scopriamo viaggiatore, esploratore e scrittore, ambisce a piantare una bandiera sulla cima di qualche montagna. E' interessato solo alla Vita e alla Morte, anzi, al velo, alla scintilla che separa l'una dall'altra.<br />
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<br />
Intanto, durante il primo incontro sotterraneo, esamina il vampiro ucciso da sir Malcom nell'ossario. E scopre che, sotto una sorta di pelle non umana, ha il petto completamente ricoperto da geroglifici.<br />
Il che conduce sir Malcom e Vanessa al British Museum, Dipartimento Egizio, dove incontreranno la successiva "proposta", <u>Ferdinand Lyle</u>*.<br />
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<br />
[*Simon Russell Beale, blasonato attore inglese].<br />
E' deliziosamente inglese. Solo un bravo attore inglese riesce a sfiorare il grottesco senza mai apparire tale, a meno che non lo voglia. Il suo personaggio è un attempato e civettuolo erudito, gay, sposato con una donna <i>molto ricca</i>. Dirige il Dipartimento Assiro-Egizio del British Museum, si comporta come un deliziato <i>fan</i> con sir Malcom. Ma non è l'omino di burro che sembra.<br />
<br />
Intanto,Vanessa ha ricevuto il pistolero americano che appare abbastanza disperato da accettare la proposta o troppo disperato per accettarla. E si viene a sapere che Vanessa è una sorta di veggente, ma - confermo - tocca la mente del disorientato Ethan più con il suo istinto e la sua inattesa logica alla Sherlock che attraverso la consultazione delle carte che sventaglia sul tavolo. Logica inattesa perché assolutamente in contrasto con il suo tormentato misticismo.<br />
E, per la prima volta dalla sua scomparsa, Mina appare al padre, dapprima come una bambina perduta e terrorizzata, poi, con il suo aspetto infernale. E, mentre capiamo lentamente che ogni personaggio è oppresso da un dolore segreto, da una maledizione, da una febbre che lo perderà, emerge con chiarezza da un dialogo tra sir Malcom e Vanessa che entrambi, per motivi diversi, si sentono responsabili per la sorte toccata a Mina. Nuovamente sola nella nuda stanza dominata dal crocifisso, persa nelle sue maceranti preghiere e nei sensi di colpa, anche Vanessa avverte una presenza demoniaca intorno a sé. Sulla parete brulicante di ragni, il crocifisso è capovolto.<br />
<br />
Dopo aver visto la scena di alta macelleria del ritrovamento della madre e della bambina fatte a pezzi all'inizio dell'episodio, mentre il "popolino" giura sul ritorno di Jack lo Squartatore, Ethan sembra pronto a ritornare sui suoi passi. Vanessa lo osserva arrivare da una finestra. Ma lui fugge, sempre più disperato e combattuto.<br />
<br />
L'ultimo "quadro" vede la nascita della Creatura di Frankenstein, nuda, indifesa, dolente, innocente. Per un lunghissimo momento, la Creatura e il giovane scienziato si guardano, occhi negli occhi, cercando qualcosa nell'altro.<br />
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<br />
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Mab's Copyright<br />
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<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-6874756356303843322016-09-11T17:43:00.000+02:002016-09-11T17:43:19.897+02:00Emmy Award 2016: Penny Dreadful, Billions, Bates Motel e Tutti i Grandi Esclusi dalle NominationLe nomination agli Emmy 2016 annunciate oggi da Anthony Anderson e Lauren Graham avranno sicuramente diviso pubblico e critica, perchè si sa, quando si tratta di premi, tifo e votazioni, ciascuno di noi ha i propri beniamini e qualcuno da supportare e per forza c'è chi resta deluso. Possiamo però dire che sono le nomination più equilibrate e corrette degli ultimi anni, in grado di bilanciare cable, broadcast e streaming.<br />
Nomination che testimoniano un piccolo, parziale declino della HBO, scesa sotto le 100 nomination fermandosi a 96 (di cui ben 23 arrivano da <i>Game of Thrones</i>) contro le 126 dello scorso anno. Un declino esemplificato dal fallimento di Vinyl cancellato dopo una stagione non esaltante nonostante i nomi coinvolti e la lunga lavorazione e non in grado di ottenere nemmeno una nomination in vista della premiazione del prossimo 18 settembre. Considerando che tra due anni Game of Thrones potrebbe non esserci più è arrivato il momento per il canale di correre ai ripari.<br />
Se c'è un canale che ha lavorato bene dal punto di vista, anche, diplomatico è FX che cresce a 56 nomination dalle 38 dello scorso anno e ottiene il successo di portare dopo 4 anni in nomination <i>The Americans</i> compresi i suoi due attori protagonisti: la loro assenza negli ultimi anni gridava vendetta e finalmente è stata ottenuta. Oltre ad incassare le ovvie nomination per <i>American Horror Story</i> e <i>American Crime Story </i>e <i>Fargo</i>. Aumenta il suo peso specifico anche Netflix che arriva a 54 soprattutto grazie ad <i>House of Cards</i> e <i>Bloodline</i> di cui sono molto amati dai giudici gli attori, mentre snobbato il mondo Marvel così come è stata dimentica<i> Orange is The New Black</i> il cui giusto spostamento tra i <i>drama </i>ha penalizzato cast e show. Probabilmente ci vorrà ancora qualche anno perchè i membri della giuria possano superare il pregiudizio verso i superpoteri, basta guardare quanto è ancora forte quella verso gli zombie di <i>The Walking Dead</i>, nonostante almeno il cast si meritasse un riconoscimento, ma anche quanto ci è voluto per far entrare<i> Game of Thrones </i>tra i nominati.<br />
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Non riescono a far breccia nel cuore dei giurati nemmeno Showtime e AMC, il cui apporto al mondo Emmy si limita a i consolidati <i>Homeland</i>, <i>Ray Donovan</i> e <i>Better Call Saul</i>, con <i>The Affair</i> di cui è amata solo <u>Maura Tierney</u> e <u>William H. Macy</u> per <i>Shameless</i>.<br />
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<u>Grande esclusa <i>Penny Dreadful</i> e la sua maestosa regina Eva Green costantemente e inspiegabilmente ignorata dagli Emmy</u>. Evidentemente i giurati non devono amare gli horror o le atmosfere un pò troppo cupe visto che anche <i>Bates Motel</i> è stata ignorata. Soprattutto non aver inserito <u>Vera Famiga</u> e <u>Freddie Highmore</u> nell'anno della loro migliore interpretazione in una stagione complessa e stratificata, è un peccato che prima o poi i giurati dovranno espiare.<br />
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Non sono le uniche esclusioni che fanno rumore. Personalmente trovo molto sorprendente il mancato inserimento di <i>The Leftovers</i> se non era possibile inserirlo tra i <i>Best drama</i>, almeno un posticino per <u>Justin Theroux</u> andava trovato, anche perchè vale lo stesso discorso fatto per <u>Eva Green</u>: se non li inserisci per questi ruoli quando potranno mai sperare di ottenere una nomination? Altri due assenti spiccano particolarmente: <u>Paul Giamatti</u> e <u>Daniel Lewis</u> mattatori di <i>Billions</i>, uno confronto/scontro tra titani inspiegabilmente ignorato dai membri dell'Accademy. Il sospetto che non abbiano voluto dare troppi riconoscimenti a Showtime (o che il canale non sia riuscito a promuovere al meglio i propri prodotti) inizia a farsi strada.<br />
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L'assenza di <i>The Good Wife</i> e di <u>Julianna Marguiles</u> desta meno stupore di quanto dovrebbe. Sebbene tutti l'avremmo inserita in quanto stagione conclusiva, bisogna riconoscere che non è stata l'annata migliore della serie e l'inserimento di <u>Carrie Preston</u> e <u>Michael J. Fox</u> come guest star è stata la decisione più corretta. Allo stesso modo potrà aver sorpreso i fan ma l'assenza di <i>The Big Bang Theory</i> e del suo cast è giusta considerando la stagione appena conclusa e la decisione di premiare una comicità più variegata inserendo <i>Master of None</i>, <i>Black-ish</i>, <i>Silicon Valley</i>, <i>Unbreakable Kimmy Schimdt </i>e <i>Grace and Frankie</i> è decisamente più apprezzabile (anche se sarebbe dovuta uscire dai nominati anche <i>Modern Family</i>).<br />
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Grande sorpresa è l'ingresso tra i nominati di <u>Constance Zimmer</u> per<i> UnReal</i>, che avrebbe meritato una categoria a parte o un premio alla carriera come Miglior Str0nza della tv, come riescono a lei questi ruoli probabilmente a nessun altro. Se bisognava riconoscere qualcosa a <i>UnReal</i> e a Lifetime probabilmente inserire il suo nome era l'unica scelta possibile.<br />
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I media americani, infine, sottolineano come questo sia l'anno della diversità tra attori di origine indiana e l'alto numero di nominati afro americani come <u>Cuba Gooding Jr</u> per <i>American Crime Story</i> o <u>Viola Davis</u> per <i>How To Get Away With Murder</i> e <u>Taraji P. Henson</u> per <i>Empire</i>, <u>Anthony Anderson </u>e <u>Tracee Ellis Ross</u> per <i>Black-ish</i>, ma anche <u>Kerry Washington</u> per il film tv di HBO<i> Confirmation</i>. Insomma dopo anni di critiche l'accademy si è aperta anche a i non bianchi.
Dopo queste prime opinioni sulle nomination appena rivelate è già tempo di preparare le magliette e i post sui social per sostenere i propri show preferiti, in attesa delle premiazioni del 18 settembre con la cerimonia che sarà presentata da Jimmy Kimmel e trasmessa dalla ABC.
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Articolo di <u>Riccardo Cristilli</u> da ww.tvblog.itMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-46573547866326968592016-09-11T00:18:00.001+02:002016-09-11T00:18:26.087+02:00Penny Dreadful - Primo CapitoloFrankenstein, Dorian Gray, Lupi Mannari, Vampiri, Veggenti...<br />
<span style="font-family: inherit;">Tutti in un boccone. Indigesto, ho pensato. Vade Retro. Poi, casualmente, ho visto una puntata in notturna. E, non dico che mi sia ribaltata o che mi sia cascata la mandibola sulle ginocchia, ma il palato dei miei occhi ha esclamato:"Ancòra!"</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Ci sono alcui verbi che non userò mai (<i>shippare</i>) e altri che userò poco: <i>recuperare</i></span>. Non si recupera nulla. Ho sfogliato puntate a caso, poi, ho deciso di mettere ordine.<br />
Che sia una produzione sontuosa (e, quindi, anche costosa) salta agli occhi anche senza informazioni specifiche. Cast a parte, effetti speciali a parte. Il diavolo è nei dettagli, ma lo sono anche gusto, eleganza, e sontuosità, per l'appunto. Non c'è esibizionismo (tié, <i>e fai vedé che abbondiamo! </i>cit.), ma neanche una evidente urgenza di risparmiare. Il che, alla lunga, avrà condannato la serie alla chiusura anticipata. Non mi berrò mai la storia: <i>Era già tutto previsto!</i> Con un budget dimezzato, avrebbero allungato il brodo per altre 6-7 stagioni, come minimo. Sarebbero spuntati il fratello scemo di Frankenstein, la cognata ottantenne di Dorian Gray, una lupa mannara pentita persa per un lontano parente di Ethan, e una sorella-clone di Vanessa, pronta a rilevare la corona di protagonista in caso di defezione della suddetta. Con gli avanzi avrebbero creato perdibilissimi spin-off. Scampato pericolo. Tre stagioni. Perfetto così.<br />
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<u>Consiglio per chi non lo avesse mai seguito</u>: Guardate uno dopo l'altro i primi due episodi. Il primo non spazza via i dubbi.<br />
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Dunque, Londra fine '800. Ambientazione suggestiva ma pericolosa perché abusata, logorata.<br />
Piena Rivoluzione Industriale, fumi e veleni che mangiano viva la città, l'aristocrazia delle armi che sfiorisce in favore dei borghesotti rampanti che si comprano e/o ottengono titoli grazie a commerci spregiudicati; guerre in giro per il mondo per sostenere i suddetti commerci spregiudicati. Un inesauribile fiume di nuova energia scorre sotto il putridume, le nuove scienze e conoscenze ammaliano e spaventano. Il controllo della propria vita, già esiguo, sembra sfuggire ad ogni respiro, a dispetto di opportunità mai conosciute prima. La piccola borghesia, precariato della nuova classe sociale, vive sul filo di un rasoio: basta una malattia, la morte di un datore di lavoro, un incidente di percorso negli ingranaggi di una piccola impresa per perdere tutto. La prigione per debiti, l'ospedale, la morte. L'Educazione non è più appannaggio di pochi privilegiati. Anche i ricchi borghesi assumono governanti e precettori francesi o tedeschi per i loro apatici rampolli, che perfezionano gli studi in costosissime scuole private; i piccolo-borghesi fanno del loro meglio, ospitando zitelle istruite ma povere, o accontentandosi di una didattica domestica affidata a volenterosi esponenti del clero. Gli Inglesi non hanno mai avuto un Wagner o un Verdi (vabbé, si sono rifatti in seguito: dagli anni '60 del secolo scorso in poi, la musica è inglese), neanche a parlare di un Rembrandt, di un Raffaello, ma sanno raccontare e amano ascoltare o leggere i racconti. Tecnicamente, il Romanzo è stato inventato dai Francesi, ma fu subito oscurato, mentre attecchì e fiorì in Gran Bretagna. Nel periodo di cui parliamo, la letturatura non era più confinata nelle biblioteche dei nobili e dei ricchi, imbalsamata in preziose edizioni, ma viaggiava anche nei modesti quartieri residenziali, quelli in bilico tra gli splendori di nuove ricchezze e una miseria per cui non bastano gli aggettivi. Charles Dickens fu il primo a spezzettarsi in economiche dispense, a imparare l'arte di lasciare il lettore ingolosito alla fine di un capitolo, in ansiosa attesa diel successivo. E giravano, di mano in mano anche libretti, fogli e fogliacci. Alcuni raccontavano a tinte fosche e rosso-sangue i più truculenti fatti di cronaca - e il materiale abbondava! - e le storie vere diventavano leggende, si nutrivano di vecchie leggende. E poi i più o meno rozzi racconti di pura fantasia, pugni nella pancia, grondanti sangue, popolati di fantasmi e di strani ibridi, di delitti misteriosi. Distoglievano i più derelitti dall'orrore reale in cui vivevano, davano un piacevole brivido ai borghesucci annidati accanto al caminetto nelle loro rassicuranti poltrone.<br />
"<i>Penny Dreadful</i>" cita nel titolo questa letteratura, ma, in realtà, non la rispecchia. E' più vicina all'insoddisfazione di chi si sentiva perso e stritolato dal pragmatismo spietato dei nuovi ricchi e dal cinismo dei vecchi conservatori come dai falsi idoli della Scienza legata alle conquiste industriali. E allora sognava viaggi esotici in terre lontane, dove i cattivi sono ben riconoscibili, ma hanno bellissime figlie da salvare, oscure e terribili divinità a cui sacrificare vite e preziosi papiri di cui non conoscono il significato nascosto né il valore. Un'altra, più sottile forma di Colonialismo e di Razzismo, direi. Ma i viaggi non hanno per destinazione solo terre esotiche abitate da orribili indigeni. Si scende a tentoni, con poca delicatezza, nelle oscurità più spaventose che si annidano sotto la perfetta e levigata corazza del conformismo anglosassone. Oscurità tanto più spaventose in quanto sconosciute. E allora il gelido, bellissimo orrore segreto di Dorian Gray, il Male assoluto avvolto nel pastrano del buon dottor Jekyll, gli esperimenti mostruosi nelle cantine e nei solai sbarrati del geniale Frankenstein. E l'incarnazione estrema della lotta tra il Bene e il Male, tra la Fede (non necessariamente religiosa) e la Disperazione, l'orrore del Vuoto.<br />
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Lo so, è tanto, è troppo, e, come i piccolo-borghesi eternamente in bilico tra un radioso avvenire ed una orrenda miseria, la serie è perennemente sull'orlo del grottesco involontario, ma non cade. Vacilla, ma non cade.<br />
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Mab's CopyrightMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-26167088464666881022016-09-05T05:31:00.000+02:002016-09-05T05:31:31.799+02:00Donne e Libri di Tamara de Lempicka<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-24715217478481063862016-09-04T18:22:00.002+02:002016-09-04T18:22:49.283+02:00CIAK: "The Young Pope" in Tre Domande<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgxkqGezBHLIwX96NK-IMBeDm2xBDJqXeM4KEV4N-Ch4disfto-mJSdMQQPvC7wNB4q9JJmEMU0uTEqEutvg1__ciuAXbfsrbCN4vOm70JlhSs9MYpEuyaFyI5WCMufb2hGt10BxN8nQ/s1600/1472980923627.jpeg--the_young_pope.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="352" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghgxkqGezBHLIwX96NK-IMBeDm2xBDJqXeM4KEV4N-Ch4disfto-mJSdMQQPvC7wNB4q9JJmEMU0uTEqEutvg1__ciuAXbfsrbCN4vOm70JlhSs9MYpEuyaFyI5WCMufb2hGt10BxN8nQ/s640/1472980923627.jpeg--the_young_pope.jpeg" width="640" /></a></div>
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Paolo Sorrentino porta sul piccolo schermo un Papa pieno di contraddizioni ma non inverosimile
Sono state presentate oggi alla mostra del Cinema le prime due puntate di <i>The Young Pope</i>, la serie realizzata da <u>Paolo Sorrentino</u> con <u>Jude Law</u> nelle vesti di un giovane papa pieno di contraddizioni. Dopo la proiezione solo un timido applauso, ma c’è anche chi parla già di capolavoro. Potrete farvi la vostra opinioni a partire dal 21 ottobre, quando la serie sarà trasmessa su Sky Atlantic.<br />
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<i>Ma che reazioni si aspetta Sorrentino dal Vaticano?</i><br />
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<u>Paolo Sorrentino</u>: È un problema del vaticano, non mio, ma non è nemmeno un problema in realtà. Se avranno la pazienza di vederlo fino in fondo capiranno che non è una provocazione e non nasce da nessun pregiudizio o intolleranza. È un lavoro che indaga con onestà e curiosità, fin dove può, le contraddizioni e le difficoltà della Chiesa e anche il fascino del clero, dei preti, delle suore e di un prete un po’ diverso da tutti gli altri, che è il Papa. Il Papa che abbiamo trattato nella serie è diametralmente opposto a quello attuale, perché credo che sia verosimile che dopo un Papa come Francesco, così liberale, ne possa arrivare uno più conservatore. Credo sia abbastanza illusorio credere che la Chiesa abbia avviato un cammino verso la liberalità. Il nostro Papa non è inverosimile, credo che in un futuro non troppo lontano potrebbe accadere che venga scelta una persona del genere.<br />
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<i>Come è stato per Sorrentino passare dalla scrittura cinematografica a quella televisiva?</i><br />
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L’ho scritta insieme a Grulli, Grisoni e Contarello, è difficile ma eccitante, si ha la possibilità di approfondire molto i personaggi e concedersi delle digressioni che il cinema tende a censurare per questioni di tempo. Ho dovuto tener conto molto di più di una tenuta narrativa. Qui c’è molta più storia e ho provato anche a trasferire certe sintesi che si fanno nel cinema. Ma di fatto io considero questa serie un lungo film di dieci ore. Ha anche aiutato che ho potuto fare questo lavoro con tutta la libertà e con tutto il budget di cui avevo bisogno.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjovmIaZKklbs4rQflSEkt66R_8tPnLwl_8YpsVrsbG_dK0sVTRHnet1N_aAiR0R2T0IdOFNrmi-jTKtnprkseo-HYKq1iG-bn4at9p08xNArUDe_3cX7FFP7cXtRo-zAzWGgBS311BRBU/s1600/1472981487206.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="426" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjovmIaZKklbs4rQflSEkt66R_8tPnLwl_8YpsVrsbG_dK0sVTRHnet1N_aAiR0R2T0IdOFNrmi-jTKtnprkseo-HYKq1iG-bn4at9p08xNArUDe_3cX7FFP7cXtRo-zAzWGgBS311BRBU/s640/1472981487206.JPG" width="640" /></a></div>
<span id="goog_1978153322"></span><span id="goog_1978153323"></span><br />
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<i>Com’è stato per Jude Law interpretare un Pontefice?</i><br />
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Sono stato felice di aver avuto un ruolo così stratificato, il copione mi aveva molto emozionato, era simile al lavoro di Paolo che già conoscevo, adoro il suo linguaggio visivo, era bello essere un colore sulla sua tavolozza. Poi ero entusiasta dall’opportunità di portare sullo schermo un personaggio che ha così tante contraddizioni. Solo dopo mi sono reso conto che dovevo essere un Papa e non sapevo che lavoro fare per dare un certo peso, una credibilità a questo ruolo, ma Paolo mi ha sempre ricordato che stavamo parlando di un uomo. In più quando si è un uomo con un ruolo pubblico c’è sempre il problema di chi si vuole essere per il pubblico e di come si è nel privato, e da attore queste sono dinamiche che mi sono familiari.<br />
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di Maria Laura Ramello<br />
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www.ciakmagazine.it
Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-7556030768199868392016-09-03T18:31:00.001+02:002016-09-03T18:31:32.121+02:00Suits, Sherlock, Penny Dreadful. Hanno in Comune Solo Me.Non sono mai in sincro con le programmazioni delle serie tv. E' capitato, poi, non ho <u>voluto</u> esserlo. A volte, si parte entusiasti, curiosi. Arriva una malefica seconda stagione che ti fa rintanare, guaendo, nell'Angolo del Castigo. Oppure, al contrario, sghignazzi preventivamente, e poi ti genufletti nell'Angolo del Rimorso. In entrambi i casi, non essendo una spettatrice/consumatrice onnivora né compulsiva, non ho mai avvertito la necessità di sbraitare insulti per esprimere il mio profondo disgusto, o caramellarmi in orgasmi multipli in qualche fanpage. Mi hanno tentato i Blog, ovviamente quelli in cui ho "sfogliato" recensioni scritte in buon Italiano e con discreto uso di neuroni, ma, poi, ho rinculato davanti al tono di certi commenti. Vade retro. Ci sarà qualcuno che ama risfogliare (come si fa con un libro che si è amato) storie non in diretta streaming, o, persino, racconti che hanno già scritto la parola <i>Fine</i>. Perché no? Quando gli umori sono decantati e il cervello si dà una rinfrescata, o quando si è in crisi nostalgica (chiamasi anche astinenza) non è male condvidere per un attimo - agrodolce - le impressioni di chi si accosta al tuo <i>tesorrrro</i> per la prima volta, o vuol giocare a "facciamo finta che sia la prima volta".<br />
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Mab<br />
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<b><i><span style="color: #ead1dc;">Sherlock</span></i></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnTC0GiK10nc34Z03-Hx8ETatI2by1yx9tWpIaMMmtM346870AA6cWMnZlWKXTzX1zQWv8HI_q_W4pzOgPiFwVUUvuVl5CDajKItjYn_w4w7wknq_OxwAMgJpBW0tCBUK0DEGRiDwmKsU/s1600/sherlock010709151280-1436879548823_large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnTC0GiK10nc34Z03-Hx8ETatI2by1yx9tWpIaMMmtM346870AA6cWMnZlWKXTzX1zQWv8HI_q_W4pzOgPiFwVUUvuVl5CDajKItjYn_w4w7wknq_OxwAMgJpBW0tCBUK0DEGRiDwmKsU/s640/sherlock010709151280-1436879548823_large.jpg" width="640" /></a></div>
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<b><i><span style="color: #ead1dc;">Penny Dreadful</span></i></b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJRVVZW3VIX5ILwyEA6xKpq0CfjmpAEj2Jn_rXA8U8y1KkxqzdaHXyVPzTFAoxh8ReNTp0dl72ltFt16xY104uvvY6Nw4r0rjQ2NvY6rbcF9xoDeIvnajuRV96ADBcHkBFccJyjo2FQdU/s1600/Attori-Penny-Dreadful.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJRVVZW3VIX5ILwyEA6xKpq0CfjmpAEj2Jn_rXA8U8y1KkxqzdaHXyVPzTFAoxh8ReNTp0dl72ltFt16xY104uvvY6Nw4r0rjQ2NvY6rbcF9xoDeIvnajuRV96ADBcHkBFccJyjo2FQdU/s640/Attori-Penny-Dreadful.jpg" width="640" /></a></div>
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<b><i><span style="color: #ead1dc;">Suits</span></i></b></div>
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p.s.<br />
Come è facile notare, non sono onnivora, ma neanche snob.Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-17001983566056903952016-07-13T07:18:00.001+02:002016-07-13T07:23:18.271+02:00Woody Allen: "Nati con la schiavitù, ora ne paghiamo il prezzo", da la RepubblicaIl regista parla degli incidenti razziali: "Negli Usa si vive di pregiudizi ormai da centinaia di anni"<br />
di SILVIA BIZIO
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhD0FlsGdQQsBE77NkkivfmS2ga3R2wWdgPfc3BKQ6Aoor-GKLw6Nn3lbwqbozFQ4QSzrfWl3Hfx1tUjnjURBeWHgsZsojuC6pfstdcG4tRf1CP5iuIT-X9du165MXQFSUYfwmK1t7a4/s1600/120459169-a05c24bc-b2b0-43fb-aa8f-867f0f5b3305.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirhD0FlsGdQQsBE77NkkivfmS2ga3R2wWdgPfc3BKQ6Aoor-GKLw6Nn3lbwqbozFQ4QSzrfWl3Hfx1tUjnjURBeWHgsZsojuC6pfstdcG4tRf1CP5iuIT-X9du165MXQFSUYfwmK1t7a4/s200/120459169-a05c24bc-b2b0-43fb-aa8f-867f0f5b3305.jpg" width="200" /></a></div>
NEW YORK. "I terribili incidenti razziali che l’America sta vivendo in quest’ultima settimana non dovrebbero purtroppo sorprenderci", dice Woody Allen, 80 anni, incontrato nella sua amata New York per parlare del film Café Society, in uscita negli Stati Uniti dopo la sua premiere a Cannes. "Il problema degli Stati Uniti, adesso e nel passato, è che questo è il prezzo che il paese paga per aver messo le sue fondamenta sulla schiavitù, per la complicità nel rapire la gente dall’Africa, portarla qui, renderla schiava, senza nessun programma per il loro benessere. Siamo un Paese che è vissuto di pregiudizi razziali per intere generazioni. Cosa ci si aspetta da un paese nato così male? Quando succedono queste brutte cose, questi incidenti razziali, da bianchi nei confronti dei neri, e da parte dei neri che ora rispondono in modo violento, cosa ti aspetti da un paese che ritualmente è stato insensibile per centinaia di anni? È il prezzo che gli Stati Uniti dovranno pagare fino a quando quell’antipatia così profondamente radicata tra una razza e l’altra sarà finalmente smussata e la gente non la sentirà più".<br />
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<i>La legge non è dunque servita a molto...</i><br />
"No, perché una cosa è fare delle leggi per integrare la società, ma se la popolazione non lo sente e ancora odi l’altra persona, quelle leggi non significano molto. E così restiamo un paese diviso nonostante leggi che cercano di migliorare la situazione. E ne paghiamo il prezzo".<br />
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<i>Pensa che leggi più restrittive sul possesso di armi possano aiutare?</i><br />
"Le leggi sulle armi, ovunque nel mondo, sono abbastanza ridicole. Negli Stati Uniti abbiamo delle leggi terribili sulle armi. La mia impressione è che potrebbero aiutare un pochino, ma non sono davvero la risposta. Io sono completamente contro le armi, non credo ci dovrebbe essere nessuna arma se non in modo estremamente limitato e controllato per chi va a caccia, per sport. Ma anche se elimini tutte le armi, fino a quando non affronteremo gli altri veri problemi, quelli delle persone, avremo ancora una società che è guidata dall’odio razziale, dall’ineguaglianza economica e dalla povertà, avremo comunque terribili sofferenze. Le armi sono solo una parte, e una parte assai sciocca, appunto perché le leggi sulle armi che abbiamo in questo paese fanno ridere".<br />
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<i>Si sperava che la presenza di un presidente afroamericano come Obama alla Casa Bianca potesse cambiare qualcosa. </i><br />
"Una singola persona non può cambiare questa situazione, è un problema che richiede un’enorme mole di lavoro per tanta gente, è così intrinseco al tessuto di questo paese, da centinaia di anni, che è molto difficile da risolvere. Ci vuole uno sforzo comune e concentrato da parte di tutti, un singolo presidente non ce la può fare".<br />
<br />
<i>Sta seguendo queste elezioni, vede speranze? </i><br />
"Non sui problemi razziali che stiamo attraversando. Ciò detto non ho mai fatto misteri del fatto che io sia un grande sostenitore di Hillary Clinton, sono democratico geneticamente, lo sono sempre stato, ho contribuito alla campagna democratica".<br />
<br />
<i>Pensa che vincerà?</i><br />
"Ne sono sicuro. Ho conosciuto Donald Trump, era nel mio film Celebrity, ed era stato anche bravo! Ogni tanto lo incrocio in qualche ristorante o evento ed è sempre cordiale e piacevole, ma non penso abbia nessuna chance di diventare presidente. Non si preoccupi, non c’è bisogno che nessuno si trasferisca in Nuova Zelanda o in Canada! Hillary vincerà, credo sia qualificata e brava, mi piace molto anche se non l’ho mai incontrata. Me lo dicono gli istinti e il senso comune. In America la gente sa che Donald Trump, con tutte le sue teatralità e il suo essere cosi’ flamboyant, non potrebbe mai essere un buon presidente. E sento che la gente istintivamente lo sa e voterà di conseguenza. Certo è una strana campagna elettorale, il partito repubblicano è da anni in uno stato pietoso, ma anche questo strano anno elettorale passerà e ne avremo solo un vago ricordo. E Donald Trump continuerà ad essere soggetto di barzellette e scenette in televisione".<br />
<br />
<i>Come spiega il fascino sulla gente di uno come lui?</i><br />
"Come dicevo c’è molta sofferenza in questo paese, e non solo fra i neri. E lui è un candidato che dice cose che la gente vuole sentirsi dire, anche se poi non va a controllare. Hanno fatto un sondaggio in Inghilterra e tanti di quelli che hanno intervistato hanno confessato di non avere idea su cosa votavano: hanno votato per uscire dall’Unione Europea e non sapevano nemmeno cosa fosse l’Unione Europea! Negli Stati Uniti è lo stesso: la gente non sa, è troppo preoccupata di svegliarsi al mattino e di ritrovarsi senza lavoro, o con un figlio cocainomane, non ha tempo... Così un candidato arriva — e se non fosse stato Trump sarebbe stato Cruz, o Rubio — e gli dice, “non ti preoccupare, ci penso io” e la gente ci crede. Non ha tempo di controllare o capire cosa voglia dire. Non va in profondità. È più facile pensare “sono stato licenziato perché il mio posto di lavoro è andato in Messico o in Cina”. Sono letture superficiali, ed è quello che succede. Per fortuna penso che la maggioranza non la pensi così. Dopo tutto nella nostra storia i nostri presidenti per la maggior parte sono stati decenti. Alcuni hanno fatto cilecca, ma per di più sono stati buoni. E lo sarà anche Hillary".<br />
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www.repubblica.itMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-12213843206410822262016-01-23T02:45:00.003+01:002016-01-23T02:45:40.335+01:00L'Insopportabile Bellezza dell'EssereL'"Oltre" di Alexander Timofeev<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitW8Xs2LDrMgvQGKWBWwAslxrnWMDDqW0Zj_AvCQT4b3mHt1tB8ekEr0FO1OAlxxHdya_qDkY42xh_P2BcGKAUHviar3XBK3ljPheyBBugDjgJcDmFr4AWCPghPkJt-FYzB5wqQnzKqP8/s1600/11173946905_5705324b77_b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitW8Xs2LDrMgvQGKWBWwAslxrnWMDDqW0Zj_AvCQT4b3mHt1tB8ekEr0FO1OAlxxHdya_qDkY42xh_P2BcGKAUHviar3XBK3ljPheyBBugDjgJcDmFr4AWCPghPkJt-FYzB5wqQnzKqP8/s640/11173946905_5705324b77_b.jpg" width="640" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwMa4BiqG3NUPw4-sb8MAKnW63e9n09oL8Cj4edZBjh7-fSeD3b68k1r7HXx1HdDYkej7P0RD_I4T6uxhRFsMJtFyGFM7zpiLUA97qOSbc_4p3F2ag_uVJIVmKY_hVuTSvGDPXQIYM_8s/s1600/Alexander+Timofeev_paintings_artodyssey_Germany+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwMa4BiqG3NUPw4-sb8MAKnW63e9n09oL8Cj4edZBjh7-fSeD3b68k1r7HXx1HdDYkej7P0RD_I4T6uxhRFsMJtFyGFM7zpiLUA97qOSbc_4p3F2ag_uVJIVmKY_hVuTSvGDPXQIYM_8s/s640/Alexander+Timofeev_paintings_artodyssey_Germany+%25282%2529.jpg" width="640" /></a></div>
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<br />
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<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-12666278063325315952016-01-22T04:56:00.000+01:002016-06-28T22:57:09.535+02:00Franca Leosini e le sue Storie Maledette: Ritorna la Mia Signora Omicidi Preferita<div style="text-align: center;">
<br />
<div style="text-align: left;">
<span style="color: #fff2cc;">Amo questa donna. Tailleur anni '60, con spilla d'ordinanza sul risvolto della giacca, capelli imbalsamati con la fiamma ossidrica, mani curate che muove sapientemente come un Vescovo felliniano in piena omelia... Hai quasi l'impressione di captare il suo profumo cipriato, l'odore intenso di un rossetto più o meno suo coetaneo...</span></div>
<span style="color: #ffccff;"><div style="text-align: left;">
<span style="color: #fff2cc;">Si accomoda, busto eretto e gambe unite, davanti al tavolino spoglio e anonimo di un carcere, sfoglia con le dita discretamente ingioiellate fogli di appunti, stralci di verbali, perizie, come se giocherellasse (rispettosamente) con il catalogo di una mostra milanese sponsorizzata da suoi </span><i style="color: #fff2cc;">carissimi </i><span style="color: #fff2cc;">amici... e incomincia. Davanti a lei, lo sguardo vagamente perplesso di un/una omicida che incontra la reincarnazione di una professoressa dei suoi lontani tredici anni.</span></div>
<span style="color: #fff2cc;"><div style="text-align: left;">
Le va riconosciuto un merito: si rivolge al malcapitato/a con estrema cortesia, dà immancabilmente del "<i>lei</i>", sparge incensi di "<i>scusi</i>" e "<i>la prego</i>". E' rigorosa e accattivante nell'esposizione di fatti e circostanze, in un crescendo apparentemente innocuo di domande, osservazioni, repliche.</div>
<div style="text-align: left;">
Poi, sempre con lo stesso tono vellutato e ipnotico, proprio come se chiedesse "<i>Quante zollette, prego?</i>" ad un'accartocciata detenuta dallo sguardo perso dietro una frangia tinta "<i>in casa</i>", lo smalto smangiucchiato e il trucco sbagliato, intona:</div>
<div style="text-align: left;">
"Mi faccia capire. Così, mentre quella ragazzina, una bimba di 27 anni - e non una bimba qualsiasi, ma la sua MIGLIORE amica - agonizzava in un lago di sangue, e la sua povera vita lasciava il corpicino contorto e i suoi occhioni - quei grandi occhi celesti - le chiedevano disperatamente aiuto... lei è andata a mangiare una pizza con il suo amante? Il suo amante che era il cognato della vittima, cioè il fratello del marito della povera Assunta? Mi spieghi...".</div>
<div style="text-align: left;">
Immensa.</div>
<br /><div style="text-align: left;">
Mab's Copyright</div>
<br />
<br />
</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: #ffccff;"><span style="color: #fff2cc;"><a href="http://i58.tinypic.com/1o7osy.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i58.tinypic.com/1o7osy.jpg" height="303" width="400" /></a></span></span></div>
<span style="color: #ffccff;"><span style="color: #fff2cc;">
<br />
E' un post (corretto qua e là) del 2014, ma va bene così.
</span></span></div>
Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-60310289538236770442016-01-22T04:47:00.000+01:002016-01-22T04:47:03.460+01:00Franca Leosini. Seriamente.<u><br /></u>
<u><br /></u>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNUfN2dwtc8aMYS3FTth3eMlOLE_ib39iryNjU9YtUYJtWRbkhP3cqYO30QTauL4vha8i2fXewM1V66islxUIp79TZ6CDv5czqup4B9ONYvoqTt939lQED_UAxjMYShPd0LKoEVTcFfjU/s1600/Franca-Leosini905-675x905.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNUfN2dwtc8aMYS3FTth3eMlOLE_ib39iryNjU9YtUYJtWRbkhP3cqYO30QTauL4vha8i2fXewM1V66islxUIp79TZ6CDv5czqup4B9ONYvoqTt939lQED_UAxjMYShPd0LKoEVTcFfjU/s640/Franca-Leosini905-675x905.jpg" width="477" /></a></div>
<u><br /></u>
<u><br /></u>
<u><br /></u>
<u>Franca Leosini</u> la fa breve: “<i>Mi interessa capire, dubitare e raccontare. La natura dei protagonisti, delle vittime e dei colpevoli. E poi l’ambiente in cui il delitto si è svolto perché il delitto è anche un fatto culturale e sociale</i>”.<br />
<br />
Dal 21 gennaio, con <i>Storie Maledette</i>, questa bionda signora napoletana dal linguaggio aulico che entra nelle carceri e fa parlare i condannati sarà in onda in prima serata su <u>Rai3</u>. Tre puntate, tre casi, tre storie misteriose: “<i>Perché il mistero rende più sensata anche la ricerca della verità</i>”.<br />
<br />
Si parte con <u>Rudy Guede</u>, ivoriano, unico colpevole secondo i tribunali dell’omicidio di <u>Meredith Kercher</u> a Perugia, condannato a 16 anni di carcere.
Parla per la prima volta davanti a una telecamera e riscrive una storia molto diversa da quella che avevo immaginato.<br />
<br />
Guede ha potuto leggere le domande prima?<br />
"<i>Non faccio mai leggere le domande in anticipo, però chi mi cerca sa cosa trova</i>".<br />
<br />
E cosa trova un condannato in Franca Leosini?<br />
"<i>Una persona senza giudizio né pregiudizio. Il confronto con la verità è doloroso: chi si apre deve poter contare sulla neutralità del mio sguardo</i>".<br />
<br />
Come la cercano?<br />
"<i>Mi scrivono o mi fanno scrivere dagli avvocati. Io vado a incontrarli una o al massimo due volte. Ho bisogno di vederli, di parlare con loro, di trascorrere tempo insieme</i>".<br />
<br />
Perché va a trovarli?<br />
"<i>Per studiare la psicologia del personaggio: per me è centrale. Gli incontri in carcere possono durare anche otto ore. Mangiamo insieme. Mi aprono la loro cambusa. Li faccio parlare molto della loro vita, del loro passato</i>".<br />
<br />
Come è andata con Guede?<br />
"<i>Avevo impostato il colloquio prevedendo una serie di domande serrate. Mi ha detto cose che non mi aspettavo</i>".<br />
<br />
Si è detto innocente accusando Raffaele Sollecito e Amanda Knox?<br />
"<i>Non esattamente. Ho letto ricostruzioni imprecise, ma posso dire che il vero Rudy Guede non somiglia al ritratto che di Rudy Guede è stato dipinto per anni. Davanti a me c’era una persona diversa da quella descritta dai giornali</i>."<br />
<br />
Guede ha sostenuto di essere stato condannato perché mettere in catene il ‘negro’ era più semplice? “Nero trovato colpevole trovato”?<br />
"<i>Il pregiudizio è stato un elemento fondamentale della vicenda. Non a caso scrivendo del delitto di Ashley Olsen e del ragazzo che è stato arrestato per presunto omicidio, Chek Diaw, il </i>Washington Post<i> ha fatto immediatamente un paragone con il delitto di Meredith Kercher. Quello spettro rimane. Il dubbio resta come un’ombra</i>".<br />
<br />
Che rapporto intrattiene con il dubbio?<br />
"<i>Un rapporto tormentato. Le storie sono tutte importanti, ma esistono percorsi più o meno lineari e parabole umane che a volte lasciano dentro domande profonde</i>".
<br />
<br />
Le è capitato anche in questa edizione?<br />
"<i>Ripercorrendo il caso di <u>Lucia Annibali</u>, sfigurata dall’acido a Pesaro, vittima di un reato sconvolgente già tristemente emulato è stato impossibile non porsele". </i><br />
<i><br /></i>
In carcere, in attesa della Cassazione, c’è <u>Luca Varani</u>. L’ex fidanzato.<i> </i><br />
<i>"Luca Varani non ha mai confessato, chi seguirà la puntata vedrà fino a che punto si è spinto con me</i>".<br />
<br />
Quali limiti si pone nell’incontrare chi è stato accusato di reati gravissimi?<br />
"<i>Non uso le persone, ma rifiuto di essere usata</i>".<br />
<br />
Ci sono argomenti che si rifiuta di trattare?<br />
"<i>La televisione ha i suoi doveri, ma anche i suoi diritti: non tutte le storie sono adatte alla televisione</i>".<br />
<br />
Certe storie non sono abbastanza televisive?<br />
"<i>Metterla così non mi piace. Perché nelle mie storie la materia umana si fonde con quella giudiziaria. Ci sono cose di cui però non voglio parlare e su cui non imposterei mai una puntata. Non mi occupo di malavita, camorra, mafia, di tutto quello che ha a che fare con i professionisti del crimine. Non mi occupo di pedofili per rispetto dei bambini. Poi non tratto storie a sfondo economico. Se l’industriale ha ammazzato il rivale per motivi esclusivamente economici, non mi interessa</i>".<br />
<br />
Perché?<br />
"<i>Perché mi pare di vedere un’assenza di motivi passionali</i>".<br />
<br />
I suoi interlocutori sono considerati criminali.<br />
"<i>Non sono serial killer. Non sono malati. Sono persone che hanno ucciso, è diverso</i>".<br />
<br />
Qual è la differenza?<br />
"<i>La persona che ha ucciso e non è un professionista del crimine è solo un individuo che ha commesso un crimine. È passata da una normale quotidianità all’orrore di un gesto estremo che non somiglia alla sua normalità</i>".<br />
<br />
E chi sono i professionisti?<br />
"<i>Per me un professionista del crimine è anche uno scippatore</i>".<br />
<br />
Per citarla: “I miei interlocutori sono persone cadute nel vuoto di una maledetta storia”.<br />
"<i>Quando li incontro so molto della loro storia, ho già letto le sentenze</i>".<br />
<br />
E le bastano?<br />
"<i>No. La vera miniera sono le informazioni sommarie. Gli interrogatori iniziali a familiari, amici, nemici. All’edicolante come al pescivendolo. Da quel che la gente dice puoi capire tante cose della personalità di chi stai per incontrare</i>".<br />
<br />
Cosa diventa lei per loro?<br />
"<i>Un’agevolatrice. Stabilisco un ponte tra loro e la società perché nel mondo, presto o tardi, dovranno tornare</i>".<br />
<br />
Franca Leosini, autodefinizione.<br />
<i>"Sono una persona onesta. Una che ha lavorato sempre tanto senza aver dietro di sé né un amante né un partito".</i><br />
<br />
Di Malcom Pagani<br />
Da <i>Il Fatto Quotidiano</i> del 20 gennaio 2016 Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-72537167912836476522016-01-16T20:07:00.000+01:002016-01-16T20:07:23.998+01:00David Bowie mi Dipinge di Nero le Unghie - Cesare Cremonini<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpJO-8-f4KBswLofohIzzalEao0Q5kHBhg6cKVYm5Ln77fp2lEuCuQsF237T6UXlLmTZ0AOOnnESfqLeeVtXCZeneeBhI6eVK9lG3QRHyMCf6snX0PVeeSvzejiLZyWeEJulEVEDzfIcI/s1600/cfd5a9365475ec2393a8c4b04dd8e76e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpJO-8-f4KBswLofohIzzalEao0Q5kHBhg6cKVYm5Ln77fp2lEuCuQsF237T6UXlLmTZ0AOOnnESfqLeeVtXCZeneeBhI6eVK9lG3QRHyMCf6snX0PVeeSvzejiLZyWeEJulEVEDzfIcI/s640/cfd5a9365475ec2393a8c4b04dd8e76e.jpg" width="427" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Un grande artista non muore. Non per noi.<br />
<br />
Ora vorrei dirlo con grande sincerità: per chi come me ama la musica e le grandi opere musicali venute alla luce nell'ultimo secolo, l'eroe che le ha composte e cantate non si fa uccidere da niente e da nessuno. Vi porto l'esempio di Lucio Dalla che, in particolare modo per chi è nato e cresciuto a Bologna, è stato un artista al pari dei più grandi di tutti i tempi, un genio anche quando messo a confronto con le icone della musica internazionale, anche messo sulla stessa bilancia dell'immenso David Bowie.<br />
Sarei ipocrita se vi dicessi che sento la sua mancanza. Per me Dalla è più vivo che mai, oggi, e nella mia playlist quotidiana lo ascolto e riascolto con passione, come facevo anche prima che se ne andasse. Dimentico senza alcun dubbio la sua assurda e improvvisa scomparsa e lo sento fortemente ancora qui, a piedi nudi, sotto la pioggia di via D'Azeglio, a passeggiare tranquillamente tra la gente della mia città. Cantando a squarciagola una tra le tante opere d'arte che ci ha donato.<br />
Ho ascoltato e riascoltato in questi anni i Queen e Mercury con la passione sentimentale di un ragazzino innamorato, come li avessi appena scoperti, e mi sono addormentato sugli scogli di accordi di chitarra di Lucio Battisti ogni notte, fin da bambino, quasi fossi stato ospite ogni sera a casa sua in campagna. Amy accarezza nervosamente i suoi capelli tutte le mattine mentre esco dalla doccia e quando sono stanco mi barcolla addosso. Ci sorreggiamo a vicenda. Lennon piange se piango e ride se rido. Lou Reed colora le mie visioni diurne più del sole e delle stagioni che si susseguono, quando viaggio in macchina.<br />
David Bowie mi dipinge di nero le unghie, il suo sarcasmo ricopre di brillantina ogni mio venerdì notte, e lo riempie di consigli accattivanti, e giochi di parole, e sfumature, e ribolle il mio sangue e mi spara costellazioni di stelle nella nuca. Sniffa le mie paure e si compiace nel vedermi al tappeto prima di darmi una mano a rialzarmi. Quando voglio. Se mi va. È qui con me.<br />
Così, un grande artista non muore. Non per noi.<br />
È triste e commovente fermarsi a pensare, semmai, a chi lo amava davvero, a chi ora sta guardando gli oggetti che gli appartenevano, una penna appoggiata sul tavolo, il libro non ancora finito, un cellulare in carica sul comodino e un corpo spento sul letto. La macchina pulita, parcheggiata storta nel garage. La chitarra. Puoi immaginare quali sofferenze e gioie abbiano dovuto condividere nell'arco di una vita o un pezzo di essa, e con quale umanità e tenerezza possano aver poi osservato un marito, un padre, un figlio, una moglie o un fratello, lentamente spegnersi, accompagnando una fine troppo precoce e inattesa, a cui non si è mai preparati.<br />
Chi li amava seriamente (e amare seriamente è una faccenda complicata se si parla di stare accanto a un artista), si è fatto e si farà coraggio spero anche attraverso l'affetto dei tanti fan orfani del loro eroe che continueranno a sentirlo vivo ascoltandolo. Sarà stato quasi impossibile e doloroso al limite del comprensibile per alcuni di loro perdere quel qualcuno che dietro la notorietà falsa e meschina, che sopravvaluta e delude, nascondeva fragilità umane meravigliose e dolcissime.<br />
Ma questi non siamo noi. Per noi è diverso. Questo è il miracolo per cui hanno lottato e lottano tutti gli artisti da sempre. Penso a Freddie Mercury, a Micheal Jackson, a Lucio Dalla, a Lucio Battisti, Amy Winehouse, Lou Reed e tanti, tanti altri uomini e donne venuti dallo spazio che hanno affrontato questo passaggio verso l'immortalità sapendo che la morte un giorno avrebbe spento l'ultima loro opera meravigliosa, la vita.
Penso a David Bowie.<br />
Gli artisti sono nostri, le persone sono di chi li accompagna ogni giorno. I primi sono immortali. Ai secondi, beh...ci somigliamo tutti parecchio.<br />
<br />
Metti su un disco.<br />
Noi possiamo ancora sorridere.<br />
<br />
Cesare Cremonini<br />
12-1-2016Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-63317048332261923062016-01-08T15:51:00.000+01:002016-01-08T15:51:37.984+01:00Scorpion Dagger<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDQsTXqrl1WBEp5H1DX_FjELd8rCk4nBKESzVVnzgFRhlpi8QIOtXWPfDmLmmMHAO7v2tfP9hbBM3CJMSQsrZZHNZ2cd1m3Ld_xChfB9jrD98vle6dj-gJ8t0M9tlF9sKsLj8AQV3JNqU/s1600/tumblr_o0lqm2MnVQ1rt28efo1_500.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDQsTXqrl1WBEp5H1DX_FjELd8rCk4nBKESzVVnzgFRhlpi8QIOtXWPfDmLmmMHAO7v2tfP9hbBM3CJMSQsrZZHNZ2cd1m3Ld_xChfB9jrD98vle6dj-gJ8t0M9tlF9sKsLj8AQV3JNqU/s1600/tumblr_o0lqm2MnVQ1rt28efo1_500.gif" /></a></div>
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<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoODKyC64skUr5ixkVKR8uh_lob_-APlI_YXZ3frMEZ_uJr1hkgfu33vM-_4VqwKDL9o30f134gqirovbVNRLzOxoAPZ6-rJALAjqg11TI0_huIXt0ATgm_5tiK-nwVuTTOjFDS0B9LrM/s1600/tumblr_nv309zjXWK1ur3wvgo1_500.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoODKyC64skUr5ixkVKR8uh_lob_-APlI_YXZ3frMEZ_uJr1hkgfu33vM-_4VqwKDL9o30f134gqirovbVNRLzOxoAPZ6-rJALAjqg11TI0_huIXt0ATgm_5tiK-nwVuTTOjFDS0B9LrM/s320/tumblr_nv309zjXWK1ur3wvgo1_500.gif" width="320" /></a></div>
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-44640866741400679412016-01-07T13:36:00.002+01:002016-01-07T13:36:41.665+01:00Dexter canta David Bowie<div style="text-align: center;">
Michael C. Hall al microfono spacca tutto </div>
<div style="text-align: center;">
Performance sorprendente dell’ex serial killer più amato della tv</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmui94jA2_PlL7dzlIv8C_rb3bwRTUWdhWKFN9ohxyVQJiO-4LGR9wii1BQvnRL-J19eQ5lxNiCPHd28GlKSFn7DCtjhfLka_dwrecxZUt-WeNdIjuviMhFUSOBtIujyUKhv1fFXQzOus/s1600/Michael-c-hall.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="347" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmui94jA2_PlL7dzlIv8C_rb3bwRTUWdhWKFN9ohxyVQJiO-4LGR9wii1BQvnRL-J19eQ5lxNiCPHd28GlKSFn7DCtjhfLka_dwrecxZUt-WeNdIjuviMhFUSOBtIujyUKhv1fFXQzOus/s640/Michael-c-hall.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<i>Nulla come i telefilm è capace di appiccicare un’identità fittizia sulla faccia di un attore reale. Voi lettori di Serial Minds lo sapete benissimo, visto che ogni tanto chiamo ancora Joshua Jackson “Pacey”, anche se da Dawson’s Creek sono passati anni e in mezzo c’è stata pure una robettina da niente come Fringe.
Per questo fa particolarmente impressione vedere Michael C. Hall – già David Fisher in Six feet Under e Dexter Morgan in Dexter – tirar fuori dall’ugola una versione assai bowiesca di Lazarus, secondo singolo tratto da Blackstar, ultimo disco di David Bowie... </i><br />
<br />
<br />
Continua <a href="http://www.serialminds.com/2015/12/21/dexter-canta-david-bowie-michael-c-hall-al/">Qui</a>.
<br />
<br />
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-71399879568136860982016-01-06T20:59:00.000+01:002016-01-06T20:59:01.127+01:00Il Dono dei Magi, O'Henry - Tradizionale Love Story Natalizia, Illustrazioni di Sonja Danowski<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrLHRLQOMfCx2jFWm6e-dj5rm4tmG1dw0lcYbAC73qKUlUBPsOmzVEcId_BUrI7CB27Q7p2luwYCsV9VHKufPmpStlb4tKro2PNyW-0e5UGlU9oglapib_3xCZVOUS5uYl3dX6Sae9wbH/s1600/0_22326d_28ca029c_orig.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcrLHRLQOMfCx2jFWm6e-dj5rm4tmG1dw0lcYbAC73qKUlUBPsOmzVEcId_BUrI7CB27Q7p2luwYCsV9VHKufPmpStlb4tKro2PNyW-0e5UGlU9oglapib_3xCZVOUS5uYl3dX6Sae9wbH/s640/0_22326d_28ca029c_orig.jpg" width="478" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Un dollaro e ottantasette centesimi. Questo era tutto. E sessanta centesimi erano in penny.
Penny risparmiati uno o due alla volta maltrattando il droghiere, il verduraio e il macellaio, fino a
quando ti senti le guance rosse per l'accusa di taccagneria che tale atteggiamento comporta, anche
se non te lo dicono. Della li contò tre volte. Un dollaro e ottantasette centesimi. E il giorno dopo
sarebbe stato Natale.
Non c’era chiaramente nulla da fare, se non afflosciarsi sullo squallido divanuccio e mettersi a
urlare. E Della fece proprio così. E questo ci porta a riflettere che la vita è fatta di singhiozzi, tirate
su col naso, e sorrisi, con prevalenza delle tirate su.<br />
<div style="text-align: center;">
<div style="text-align: left;">
Mentre la padrona di casa si calma piano, piano, passando dalla prima fase alla seconda, date
un'occhiata alla casa. Un appartamento ammobiliato da 8 dollari a settimana. Non certo un posto da
mendicanti, ma la forse squadra anti-mendicità lo indicava come tale.
Nel vestibolo sottostante, una cassetta per lettere in cui non sarebbe arrivata mai nessuna lettera,
e un pulsante elettrico da cui nessun dito di mortale avrebbe ottenuto uno squillo. A tutto ciò si
aggiungeva anche un cartellino che recava il nome "<i>Mr. James Dillingham Young</i>." </div>
</div>
Il "<i>Dillingham</i>" era stato sbandierato in un periodo precedente di prosperità quando il suo
possessore veniva pagato 30 dollari a settimana. Ora, con il reddito ridotto a 20 dollari, stavano
pensando seriamente di contrarlo in un più modesto e senza pretese "<i>D"</i>. Ogni volta che il signor
James Dillingham Young tornava a casa e raggiungeva il suo appartamento di sopra, veniva però
chiamato "Jim" e abbracciato stretto dalla signora Dillingham, che già vi abbiamo presentato come
Della. E tutto questo è molto bello.<br />
Della aveva finito di singhiozzare e si occupava delle guance con il piumino della cipria. Se ne
stava alla finestra e guardava fuori senza pensieri verso un gatto grigio che camminava lungo un
recinto grigio in un cortile grigio.<br />
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<br />
<br />
Domani sarebbe stato il giorno di Natale e lei aveva solo 1 dollaro
e 87 con cui comprare un regalo a Jim. Aveva risparmiato ogni centesimo che aveva potuto, per
mesi, con questo risultato. Con venti dollari alla settimana non si va lontano. Le spese erano state
maggiori di quanto lei aveva calcolato. Lo sono sempre. Solo 1 dollaro e 87 per comprare un regalo
per Jim. Il suo Jim. Aveva trascorso tante ore felici pensando a qualcosa di bello per lui. Qualcosa
di bello e raro e speciale - qualcosa che fosse degno di appartenere a Jim.
C’era uno di quei comuni specchi stretti, tra le finestre della stanza. Forse avete visto uno di
questi specchi in un appartamento da 8 dollari. Una persona molto sottile e molto agile può,
osservando il suo riflesso in una rapida sequenza di strisce longitudinali, avere un’idea abbastanza
precisa del suo aspetto. Della, essendo magra, aveva imparato quest’arte.
Improvvisamente si girò dalla finestra e si fermò davanti allo specchio. I suoi occhi brillavano di
scintille, ma il suo viso perse di colore in venti secondi. Rapidamente tirò giù i capelli e li lasciò
cadere per tutta la loro lunghezza. Ora, vi erano due beni in possesso alla famiglia Dillingham Young di cui entrambi erano
orgogliosissimi. Uno era orologio d'oro di Jim, che era stato di suo padre e di suo nonno. L'altro, erano
i capelli di Della.<br />
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<b><i><span style="color: #ead1dc;"></span></i></b></div>
<a name='more'></a><b><i><span style="color: #ead1dc;"><br /></span></i></b></div>
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Se la regina di Saba fosse vissuta in un appartamento di fronte, Della qualche
volta avrebbe steso i suoi capelli fuori dalla finestra ad asciugare solo per far impallidire i gioielli e i
beni di Sua Maestà. Se Re Salomone fosse stato il portiere, con tutti i suoi tesori ammucchiati nello
scantinato, Jim avrebbe tirato fuori il suo orologio ogni volta che passava, solo per vederlo
strapparsi la barba dall’invidia.
Così ora i bei capelli di Della scivolarono su di lei ondeggianti e splendenti come una cascata di
acque castane. Arrivavano fin sotto il ginocchio e le facevano quasi da abito.<br />
Poi li raccolse di
nuovo nervosamente e rapidamente. Vacillò per un attimo e poi si fermò, mentre una lacrima o due
cadevano sul logoro tappeto rosso.
Indossò la vecchia giacca marrone, indossò il vecchio cappello marrone. Con un turbinio di
gonne e con quel brillante scintillio ancora negli occhi, sgonnellò fuori dalla porta e giù per le scale
fino alla strada.
Dove si fermò il cartello diceva: "<i>Mme. Sofronie. Tutto per i capelli.</i>"<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiecyFc6ImFn-rlG2c34qpv0hyphenhyphenEBsMkpIvAQb9Soy6S41XN9K3FZiF_ZYI6wWyFbfhFqY7VFQpcltrgyPLYQ_dukm0-djcqN1WUQDEICAhi9cstcU9cbkhBPA51KkJDck4vMIZ9yuA6q2ox/s1600/0_223270_21256f04_orig.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiecyFc6ImFn-rlG2c34qpv0hyphenhyphenEBsMkpIvAQb9Soy6S41XN9K3FZiF_ZYI6wWyFbfhFqY7VFQpcltrgyPLYQ_dukm0-djcqN1WUQDEICAhi9cstcU9cbkhBPA51KkJDck4vMIZ9yuA6q2ox/s1600/0_223270_21256f04_orig.jpg" /></a></div>
<br />
<br />
Della corse su per una
rampa, e si sistemò, ansimando. Madame, grossa, troppo bianca, fredda, poco sembrava una "Sofronie".<br />
"Vuole comprare i miei capelli?", chiese Della.<br />
"Io compro i capelli - disse la signora - Si tolga il cappello e diamo un’occhiata a come sono."
La cascata castana scivolò giù.<br />
<span style="text-align: center;">"Venti dollari", disse la signora, sollevando la massa con mano esperta.</span><br />
"Me li dia, presto", disse Della.<br />
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<br />
<br />
Oh, e le due ore successive si spostò con ali rosate. Scusate questa trita metafora. Stava
setacciando i negozi per il regalo di Jim.
Alla fine lo trovò. Era stato fatto proprio per Jim e per nessun altro. Non ce n’era di uguale in
nessun altro negozio, e li aveva rivoltati proprio tutti. Era una catenina da orologio in platino,
semplice e pura nel disegno, che dichiarava il suo valore di per se stessa e non come vile ornamento - proprio come dovrebbe essere per tutte le cose belle.<br />
Era degna dell’Orologio.<br />
Appena la vide,
seppe che doveva essere di Jim. Era come lui. Tranquillità e valore - la descrizione si applicava ad
entrambi. Per la catena le presero ventuno dollari, e lei si precipitò a casa con gli 87 centesimi. Con
quella catena al suo orologio, Jim poteva preoccuparsi decorosamente dell’orario in qualunque
compagnia si fosse trovato. Per quanto il suo orologio fosse magnifico, a volte lo guardava di
nascosto, a causa del vecchio cinturino di cuoio che usava al posto della catena.<br />
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<br />
<br />
Quando Della giunse a casa, la sua eccitazione cedette un po’ alla prudenza e alla ragione. Tirò
fuori il suo arricciacapelli, accese il gas e si mise a riparare i danni fatti dalla generosità aggiunta
all’amore. Che è sempre un compito enorme, cari amici - un compito immane.
In quaranta minuti la sua testa era coperta da piccoli ricci, vicini l’uno all’altro, che la facevano
splendidamente somigliare a uno scolaro che ha marinato la scuola. Guardò a lungo la sua
immagine riflessa nello specchio, con attenzione e in modo critico. 'Se Jim non mi ammazza - si disse - prima di darmi una seconda occhiata, dirà che sembro una
ragazza del coro di Coney Island. Ma che cosa potevo fare - oh! Che cosa potevo fare con un
dollaro e ottantasette centesimi?'<br />
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Alle 7, il caffè era pronto e la padella era sul retro della stufa, calda e pronta a cuocere le
costolette.
Jim non era mai in ritardo. Della addoppiò la catenina in mano e si sedette in un angolo del
tavolo vicino alla porta da cui lui entrava sempre. Poi sentì il suo passo sulla scala giù, al primo
piano, e impallidì per un attimo. Aveva l'abitudine di recitare in silenzio una preghiera per le
semplici cose di ogni giorno, e ora sussurrò: "Ti prego Dio, fagli pensare che sono ancora carina". La porta si aprì e Jim entrò e la richiuse.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Aveva un aspetto magro e molto pensieroso. Poverino,
aveva solo ventidue anni - ed essere gravati da una famiglia! Aveva bisogno di un cappotto nuovo
ed era</div>
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senza guanti. </div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf0w9jVHSLoyyPBMfTYpdRJL5uQTu-utMArhheuKeAGBLEoHqZuPHG9Q1Dy97LTGV87iOMB-AgQPGz5U4jI5lkPl0v2vGhf2xqB6Sq6soBgPHeNgnaJTbrZsEo5QyXghP91WWkDKdM_Bs0/s1600/0_22326f_a21e60_orig.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf0w9jVHSLoyyPBMfTYpdRJL5uQTu-utMArhheuKeAGBLEoHqZuPHG9Q1Dy97LTGV87iOMB-AgQPGz5U4jI5lkPl0v2vGhf2xqB6Sq6soBgPHeNgnaJTbrZsEo5QyXghP91WWkDKdM_Bs0/s1600/0_22326f_a21e60_orig.jpg" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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Jim si fermò appena superata la porta, immobile come un setter all’odore di una quaglia. I suoi
occhi erano fissi su Della, e vi era in essi un’espressione che lei non sapeva comprendere, e che la
terrorizzava. Non era rabbia, né sorpresa, né disapprovazione, né orrore, né uno dei sentimenti a cui
era preparata. Egli semplicemente la guardava fisso, con quella strana espressione sul viso.
Della girò intorno al tavolo e gli si avvicinò.</div>
"Jim, caro - esclamò - non guardarmi in quel modo. Mi sono tagliata i capelli e li ho venduti,
perché non potevo passare il Natale senza farti un regalo. Ricresceranno... non ti importa, vero? Ho
dovuto farlo. I miei capelli crescono così in fretta. Di’ <i>Buon Natale!,</i> Jim, e cerchiamo di essere
felici. Non sai che bel regalo - che bellissimo regalo - ho per te."<br />
"Hai tagliato i capelli?" chiese Jim, faticosamente, come se non fosse ancora arrivato a capire
questo fatto, anche dopo un duro sforzo mentale.<br />
"Tagliati e venduti - disse Della - Non ti piaccio ugualmente, comunque? Io sono io, anche
senza i miei capelli, non è vero?"<br />
Jim guardò per la stanza, curioso.
"Dici che i tuoi capelli non ci sono più?" chiese, con un'aria quasi da idiota.<br />
"Non li devi cercare - disse Della - Li ho venduti, ti dico, venduti e andati, anche. E' la
vigilia di Natale, ragazzo. Sii buono con me, perché li ho dati via per te. Forse i capelli del mio capo
erano contati - proseguì lei con un’improvvisa grave dolcezza - ma nessuno potrebbe contare il mio
amore per te. Devo mettere su le costolette, Jim?"<br />
Jim sembrava svegliarsi rapidamente dalla sua trance. Abbracciò la sua Della. Per dieci secondi
guardiamo con interesse qualche inutile oggetto che sta nella direzione opposta. Otto dollari la
settimana o un milione l’anno - qual è la differenza? Un matematico o un uomo di spirito
darebbero la risposta sbagliata. I Magi portarono doni preziosi, ma quello non c’era. Questa
affermazione oscura vi sarà chiarita in seguito.
Jim estrasse un pacchetto dalla tasca del cappotto e lo gettò sul tavolo.<br />
"Non ti sbagliare sul mio conto, Della - disse - Non credo che ci sia qualcosa nel modo in cui ti
tagli i capelli o te li lavi che potrebbe farmi piacere di meno la mia ragazza. Ma se scarti il pacchetto, puoi capire perché mi hai fatto imbambolare un po' in un primo momento."<br />
Dita bianche e agili strapparono la corda e carta. E poi un urlo di gioia estatica e poi, ahimè! un
rapido femmineo cambiamento in un pianto isterico e in lamenti, che richiesero l'impiego
immediato di tutti i poteri di consolazione del padrone di casa.
Perché lì dentro c'erano I Pettini - una serie di pettini, laterali e posteriori, che Della aveva
adorato a lungo in una vetrina di Broadway. Bellissimi pettini in vero guscio di tartaruga, con bordi
di pietre preziose – proprio della sfumatura da portare tra i suoi magnifici capelli scomparsi. Erano
pettini costosi, lo sapeva, e il suo cuore li aveva semplicemente agognati e desiderati senza la
minima speranza di possesso. E ora erano suoi, ma le trecce che gli ambìti ornamenti avrebbero
dovuto adornare erano sparite.
Ma lei li stringeva al petto e alla fine fu in grado di guardarli con gli occhi velati e un sorriso e
dire: "I miei capelli crescono così in fretta, Jim!"
E poi Della balzò in piedi come un gatto che si è bruciato e gridò: "Oh, oh!"
Jim non aveva ancora visto il suo bel regalo. Lei glielo porse con entusiasmo sul palmo aperto.
L’opaco metallo prezioso sembrava lampeggiare per il riflesso dello spirito brillante e ardente di lei.
"Non è elegante, Jim? L’ho cercato per tutta la città per trovarlo. Dovrai guardare l’ora un
centinaio di volte al giorno adesso. Dammi il tuo orologio. Voglio vedere come ci sta."<br />
Invece di obbedire, Jim si buttò sul divano e si mise le mani sotto la nuca e sorrise.<br />
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"Della - disse - mettiamo via i nostri regali di Natale e lasciamoli stare per un po'. Sono troppo
belli per usarli proprio ora. Io ho venduto l'orologio per avere i soldi per comprare i tuoi pettini. Ed
ora penso che tu debba mettere su le costolette".<br />
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I Magi, come sapete, erano uomini saggi - meravigliosamente saggi - che portarono doni al
Bambino nella mangiatoia. Furono loro a inventare l'arte di fare regali per Natale. Essendo saggi, i
loro doni erano senza dubbio saggi, e sicuramente avevano la possibilità di essere cambiati, se uno ne aveva già di simili.
E qui vi ho raccontato alla meglio la pacifica storia di due bambini sciocchi, in un appartamento,
che, incautamente, hanno sacrificato l’uno all’altra i più bei tesori della loro casa. Ma va detta un’ultima
parola al saggio di oggi, che, di tutti coloro che fanno regali, questi due sono stati i più saggi. Di tutti
coloro che fanno e ricevono regali, come loro, sono i più saggi. Ovunque, sono i più saggi. Sono
loro i Magi.</div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://i42.tinypic.com/2nuizw3.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i42.tinypic.com/2nuizw3.gif" height="195" width="400" /></a></div>
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-8625389705743258602014-09-14T03:51:00.001+02:002014-09-14T03:51:13.582+02:00Caso Pistorius. I Dieci Consigli ad un Aspirante Femminicida di Selvaggia LucarelliSei maschio?<br />
Ne hai la scatole piene della fidanzata libertina o della moglie opprimente?<br />
Hai deciso che il divorzio ti costerebbe troppo?<br />
Ritieni che lasciarla vorrebbe dire buttarla tra le braccia di qualcun altro e il pensiero ti disturba?<br />
Sei un po' fumantino e avresti voglia di liberare i tuoi istinti?<br />
Hai un paio di pistole che sono lì a far polvere e pensi che sia un vero peccato? Non preoccuparti, caro aspirante femminicida. Ieri è stato un gran giorno per te. Il caso Pistorius e il suo epilogo, ti forniscono una serie di preziosi consigli per far fuori la tua compagna e sfangartela con una condanna per omicidio colposo. In fondo, che differenza c'è tra l'ammazzare una vecchietta sulle strisce pedonali mentre si abbassa il volume del cd di Molella e l'accoppare la fidanzata con quattro colpi di pistola?
E allora, mio caro aspirante femminicida, ecco la lista di consigli utili per compiere il femminicidio perfetto:<br />
1) intanto, se non la possiedi già, procurati una pistola. Non importa che te la procuri legalmente, tanto se poi finisci per sparare puoi sempre dire che vivi in una città pericolosa. Lo so che magari non vivi a Johannesburg come Pistorius, ma pure Roma, Napoli e Milano sono città pericolose e comunque puoi sempre mettere in mezzo zingari e marocchini, dire che ci sono stati furti in ville nella tua zona, dire che avevi paura dei ladri, di Equitalia, di Darth Vader, vedrai che chiuderanno un occhio. Magari modificala pure, come ha fatto Pistorius, che la pistola se l'era fatta esplodente, a punta cava, giusto perchè l'arma era una necessità, mica una passione.<br />
<br />
2) Visto che ormai la pistola ce l'hai, non tenerla chiusa nel cassetto assieme al Momendol e al telecomando del ventilatore. Non ti limitare a tenerla lì nel caso un malintenzionato ti entri in casa. Fa come Pistorius, portala anche alle cene con gli amici. Lui, prima di uccidere la fidanzata, aveva sparato in un ristorante tanto per esplodere l'ultimo colpo in canna, tu puoi sempre far fuori Cracco se il controfiletto è troppo cotto o accoppare un bambino troppo rumoroso, che mi pare pure un utilizzo pure più efficace, anzichè sparare in aria come un Balotelli qualunque.<br />
<br />
3) Se hai ex fidanzate che ti ricordano come un uomo violento, non preoccuparti. Non preoccuparti neppure se anche con la tua ultima fidanzata, quella che vuoi far fuori, il rapporto è burrascoso. Il giudice Thokozile Masipa ha detto chiaro e tondo che "i rapporti sono dinamici, non me la sento di giudicare". Capito? L'ex fidanzata di Pistorius (quella prima di Reeva) gli nascondeva la pistola sotto al letto non perchè temesse di essere crivellata, ma perchè i rapporti sono dinamici. Le continue liti tra Pistorius, gelosissimo, e la sua fidanzata, non potevano rappresentare un movente ma la spia di una dinamicità della coppia. Non esistono rapporti violenti, ma solo dinamici. Magari posta la frase su fb e attribuiscila a Barbara Alberti, alla Boldrini o a qualche altra paladina dei diritti delle donne, nessuno se ne accorgerà. L'ha detta un giudice donna, va bene. L'avesse detta un uomo, l'avrebbero appeso per le palle sul monumento più alto di Pretoria.<br />
<br />
4) Riguardo i vicini di casa, stai sereno. Non importa che siano miti signore o una normalissima coppia di coniugi, come nel caso Pistorius, anzichè due mitomani appurati. Anzichè Gabriele Paolini e Marika Fruscio. Non importa che dicano, come nel caso Pistorius, di aver udito chiaramente le liti, le urla della vostra fidanzata, gli spari e voi che gridavate help help help. Gli avvocati trovano sempre tesi convincenti per sostenere l'innocenza del proprio assistito. Quello di Pistorius, per esempio, disse alla testimone che in realtà lei udì sempre e solo la voce di Pistorius, il quale quando grida emette degli acuti "molto femminili". E' negli atti, mica sto inventando. E alla fine il giudice ha stabilito che i vicini in fondo possono aver fatto un po' di confusione. Quindi, mio aspirante femminicida, fa un bel corso da soprano e vedrai che con la storia della voce da castrato, riuscirai a far passare i vicini per matti e te stesso per la nuova Conchita Wurst, altro che assassino.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
5) Qualcuno, come per Pistorius, dirà che sei sempre stato un po' incazzoso, che avevi un atteggiamento vessatorio con le donne, che eri rissoso pure nel bar sotto casa. Tu giocati la tua faccia da bravo ragazzo come Pistorius in aula. Piangi come un agnellino, vomita. Pure Parolisi vomitò ininterrottamente dopo aver ammazzato la moglie Melania, è vero, ma per tutti sarà un chiaro indizio di sensibilità e sofferenza.<br />
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6) Cerca di contraddirti parecchie volte. Sii evasivo. Il giudice dirà, come nel caso di Pistorius, che sei stato un cattivo testimone e che ti sei contraddetto, ma questo curiosamente ti renderà un imputato attendibile, visto che alla fine si crederà alla tua versione e non a quella dei vicini di casa cazzari.<br />
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7) Ora, lo so che questo consiglio ti sembrerà bizzarro, ma devi fare in modo che la tua fidanzata, alle tre di notte, si chiuda nel bagno mentre tu, affetto da licantropia, sei sul terrazzo a rimirare le fasi lunari. A questo punto, rientrando in casa dopo un paio di ululati, potrai affermare di aver udito dei rumori dal bagno. Dì che pensavi fossero dei ladri. Sì, lo so che c'è un piccolo particolare e cioè che la tua fidanzata non è più nel suo letto e quindi non si capisce perchè tu non abbia pensato più a una colica della tua fidanzata che a un serial killer dietro la tenda doccia, ma fa nulla. Tu afferra la pistola e senza neanche chiedere "chi è?", prendi e spara quattro colpi di pistola ad altezza uomo. Se trovi il giudice giusto, come nel caso Pistorius, potrai sempre sostenere che non solo non sapevi che dietro la porta ci fosse la tua fidanzata, ma pure che non volevi uccidere. Peccato che il giudice non abbia chiarito cosa volesse fare Pistorius, se non uccidere, perchè sarei stata curiosa di conoscere la sua tesi: fare delle prese d'aria per gli odori nel bagno sulla porta? Ammazzare una blatta? Ammazzare la porta?<br />
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8) Dì che la amavi, la tua fidanzata. Dì le stesse cose che ha detto Pistorius. Che eravate sereni, che quella sera tu vedevi la tv mentre lei faceva yoga, pure se il sospetto è che lo yoga in realtà avrebbe fatto meglio a te.<br />
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9) Se ti dice bene come a Pistorius, ti beccherai una condanna per omicidio colposo. In pratica ti daranno del negligente, ma non dell'assassino. In pratica sarai assolto moralmente e passerai per uno che contrasta la criminalità con maniere un po' forti. Chissà che tu e Pistorius non finiate per fondare un partito con Borghezio.<br />
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10) Infine, mio caro aspirante femminicida, se solo somigli un po' a Pistorius, confida nel tuo status di maschio bianco, famoso, con una scia di eroicità alle spalle. Confida anche un po' nella fortuna. C'era un bel film di Woody Allen, "Match point", in cui alla fine l'assassino - bravo ragazzo, integerrimo, ricco e di successo- se la sfanga per un banale colpo di fortuna. Il suo era un barbone che finisce nei guai al posto suo. Il tuo colpo di fortuna, il tuo "macht point", potrebbe essere il giudice giusto, come nel caso di Pistorius. Un giudice donna che non crede al femminicidio, ma alla dinamicità dei rapporti.
E ora scusate ma stasera il mio nuovo fidanzato cena da me: vado a scardinare la porta dal bagno di casa, non si sa mai.
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www.facebook.com/selvaggia.lucarelliMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-32796359082411805112014-09-01T14:09:00.002+02:002014-09-01T14:09:33.347+02:00L'Amaca di Michele Serra<br />
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<a href="http://i61.tinypic.com/2czyrli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i61.tinypic.com/2czyrli.jpg" height="491" width="640" /></a></div>
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-78430019691529895202014-08-30T13:30:00.000+02:002014-08-30T13:13:01.905+02:00Editoria e Opera Omnia. Chi se non Hoffmann?E.T.A. Hoffmann:<br />
"<i>Notturni</i>", traduzione di Matteo Galli, Roma, L’Orma, 2013, "Le Omnie", n°1, 384 p.<br />
"<i>Gli elisir del diavolo</i>", traduzione di Luca Crescenzi, Roma, L’Orma, 2013, “Le Omnie”, n°2, 400 p.<br />
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Chi, se non Hoffmann? Provate a immaginare una casa editrice che decide di aprire una collana di classici, anzi di pubblicare le opere complete di un autore classico e di partire con uno scrittore classico, guarda caso, proprio di lingua tedesca. Classico, nel senso di: indiscutibilmente nel canone. Classico, anche nel senso di: pre-novecentesco (autori con uno o due piedi nel ’900 presentano spesso insormontabili problemi di diritti d’autore…). E provate a scorrere gli autori canonici della letteratura tedesca dei due secoli in questione, il Diciottesimo e il Diciannovesimo (prima del 1750 impensabile parlare di testi classici nella letteratura tedesca), tenendo conto di una serie di fattori: le dimensioni dell’opera e dunque la fattibilità di un’omnia, la situazione nell’attuale mercato editoriale italiano, il genere letterario/i generi letterari nei quali quell’autore si è cimentato, la popolarità complessiva.<br />
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Partiamo dalla situazione nell’attuale mercato italiano (ciò che, evidentemente, ci dice qualcosa anche sulla popolarità complessiva), prendiamo una qualche libreria online a caso e vediamo la top five, in base ai volumi disponibili sul mercato, nel giugno del 2013. Al primo posto c’è Johann Wolfgang von Goethe con 121 titoli, di cui poco meno di metà distribuiti fra: 20 edizioni dei Dolori del giovane Werther, 14 edizioni delle Affinità elettive e 13 edizioni del Faust; al secondo posto i fratelli Grimm con 89 titoli, tutte edizioni – molte delle quali per l’infanzia – delle Fiabe. A moltissima distanza con 32 titoli Friedrich Schiller e Heinrich von Kleist, con 31 E. T. A. Hoffmann. Seguono poi, ulteriormente distanziati: Friedrich Hölderlin e Theodor Fontane con 21, Adalbert Stifter con 19. Sopra i dieci titoli, anche: Novalis, Heinrich Heine e Gotthold Ephraim Lessing. Gli autori sotto i dieci titoli sono scrittori che di fatto in Italia non hanno mai davvero sfondato: Keller, Grillparzer, Tieck, Storm etc etc, e dunque arrischiarsi a presentare le loro opere complete non avrebbe molto senso.<br />
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Impensabile pubblicare le opere complete di Goethe, un’impresa ciclopica. L’opera completa dei fratelli Grimm? Uno, massimo due volumi, poi sarebbe già finita. Valutiamo allora le posizioni successive. Un’edizione completa del teatro di Schiller manca nel mercato italiano dal 1975, quando ne uscì una in quattro volumi presso Newton Compton con l’introduzione di Paolo Chiarini. Da allora qualche edizione singola, con uno, talvolta due, in rari casi tre drammi nelle principali collane tascabili. Rifare, ritradurre tutto Schiller, l’opera di un autore che per lo più scrive teatro e, testi d’importanza almeno equivalente, saggi filosofico-estetici? Impresa meritoria e doverosa, ma destinata a un pubblico molto settoriale. Il focus dell’opera di finzione è sul teatro e Schiller, anche stando alla presenza nei palcoscenici italiani, non è Shakespeare, non è Molière. Nell’800, anche grazie a Verdi, le cose magari stavano diversamente, ma adesso (spiace dirlo) Schiller non è più nel canone letterario del pubblico colto dei lettori italiani, né è immaginabile che torni in tempi brevi ad esservi. Ex-aequo con Schiller, 32 presenze anche per Heinrich von Kleist, forse anche in considerazione del fatto che il 2011 è stato l’anno kleistiano, duecento anni dalla morte. E infatti nel 2011 Mondadori ha pubblicato un Meridiano Kleist, con alcune traduzioni nuove di zecca, che vanno ad aggiungersi a 4 impeccabili edizioni kleistiane (con testo a fronte) negli Elfi di Marsilio e alla gloriosa edizione Garzanti, tradotta da Andrea Casalegno e introdotta da Giuliano Baioni. Può bastare; inoltre vale – seppur in misura misura minore – anche per Kleist la “questione” teatro: più di metà dell’opera kleistiana è – seppur di altissimo livello – teatro. E sui palcoscenici italiani Kleist non è…<br />
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Veniamo al quinto, staccato di una sola lunghezza: E. T. A. Hoffmann, 31 titoli di cui, in realtà, una decina fuori commercio. Alla fine degli anni ’60 del Novecento Einaudi aveva pubblicato tre volumi nei "Millenni", qualcosa poi era uscito sempre nei Tascabili Einaudi e in altre edizioni pocket, un’opera fondamentale nella storia del romanzo ottocentesco come le <i>Considerazioni del Gatto Murr</i> risulta oggi introvabile, la terza raccolta di Hoffmann, <i>Die Serapionsbrüder</i> (I Confratelli di San Serapione), smembrata e sparpagliata in tante diverse sillogi. <u>Edizioni annotate: praticamente nessuna</u>. Eh sì, Hoffmann sembra proprio l’autore che fa al caso nostro. Perché ha scritto quasi esclusivamente prosa – romanzi, novelle, fiabe – che è e resta il genere che funziona meglio. Perché è forse il classico tedesco che presenta il più funzionante sistema di doppia codificazione i<u>n grado di soddisfare sia le esigenze del pubblico più raffinato, interessato alla complessa rete di relazioni intertestuali, intermediali e interdiscorsive, a profonde questioni esistenziali ed estetiche, sia le esigenze del pubblico interessato a plot ben costruiti, a certi ammiccamenti, alla – contiguità con la – letteratura di genere di allora e di oggi</u>.<br />
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Chi, se non Hoffmann? E l’omnia va dunque a incominciare con due fra i testi che meglio esemplano questa doppia codificazione: i <i>Notturni</i> e <i>Gli elisir del diavolo</i>, una raccolta di novelle e un romanzo risalenti alla fase mediana della, in fondo, brevissima (dieci anni scarsi) parabola creativa di Hoffmann che nel 1809 con<i> Il cavaliere Gluck</i> approda alla scrittura tardi, a 32 anni, pubblica la sua prima raccolta nel 1813 a 37, e muore a 46 anni, in un’epoca – la Goethezeit – in cui, a partire da colui che al periodo ha dato il nome, si esordiva a poco più di 20, con opere che catapultavano gli scrittori immediatamente nell’Olimpo della fama: <i>Goethe, Schiller, Tieck, Wackenroder, Friedrich Schlegel, Novalis, Hölderlin</i>. E poi magari si moriva altrettanto presto, o si impazziva.<br />
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<u>Matteo Galli</u><br />
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Dalla presentazione editoriale dei <i>Notturni</i>:<br />
"Anticipatore del <i>realismo borghese</i> e del<i> surrealismo</i>, narratore scapigliato di avventure ottocentesche e analizzatore dell’inconscio, umorista trascendentale e sognatore delle fiabe, antesignano dell’angoscia moderna e della dissociazione della personalità, esponente dello slancio romantico e ironico superatore dei limiti ideologici del romanticismo. Lo sguardo nei piú cupi abissi dell’inconscio e la pura liberazione nella fiaba, il divertimento piú spassoso e un procedimento strutturale per ‘simboli’ di straordinaria attualità (<i>Claudio Magris</i>).<br />
Otto racconti per esplorare le origini della follia e dell’ossessione contemporanea. Il lato oscuro dell’esistenza prende una forma classica ed esemplare in queste storie visionarie che hanno cambiato la sensibilità moderna e ispirato <i>Freud</i> e i surrealisti. Da <i>L’uomo della sabbia</i> al <i>Maggiorasco</i>, queste novelle aprono una dimensione irrevocabile e irrinunciabile di pensiero e di immaginazione che inaugura quella passione per l’inconscio da cui nasce tutta la letteratura fantastica."<br />
Dalla presentazione editoriale degli Elisir:<br />
"Hoffmann è il maestro senza rivali del perturbante nella letteratura. Il suo romanzo <i>Gli elisir del diavolo</i> contiene una gran mole di temi che si è tentati di riferire all’effetto perturbante nella narrativa, ma si tratta di un racconto troppo complesso e oscuro perché ci sentiamo di darne un riassunto. (<i>Sigmund Freud</i>).<br />
<br />
<i>Gli elisir del diavolo</i> è il primo romanzo di E.T.A. Hoffmann, uscito per la prima volta nel 1815. Ispirato al romanzo di M.T. Lewis <i>Il monaco</i>, Gli elisir gode fin da subito di grande popolarità, esercitando impressione e infuenza, tra gli altri, su autori come <i>Poe, Dostoevskij, Hugo, Maupassant e Baudelaire</i>.<br />
<i>Heinrich Heine </i>riferisce di uno studente di Lipsia impazzito dopo la lettura del libro, il cui contenuto a lungo fu ritenuto scandaloso. Oggi è considerato il romanzo capostipite del romanticismo nero che custodisce nel legame tra l’amore e le forze oscure il suo fascino a distanza di due secoli. Romanzo erotico e religioso assieme, <i>Gli elisir del diavolo</i> ripercorre il tortuoso cammino spirituale di tentazione e redenzione del <i>frate Medardus</i>, che al fne di recuperare le perdute capacità oratorie, beve da una misteriosa boccetta lasciata da Satana in tentazione a Sant’Antonio e fnisce preda di contraddittorie pulsioni. Inizia così la sua discesa agli inferi, accompagnata al desiderio violento per una donna che lo porta a inseguire una serie di avventure sempre più lontane dallo spirito e sempre più vicine al corpo, il suo e soprattutto quello degli altri."<br />
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Da: http://www.germanistica.netMabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-29326892664657392862014-08-30T13:10:00.000+02:002014-08-30T13:11:36.128+02:00Antidoti: Il Vaso d'Oro, E.T.A HoffmannMomento: "Ritorno ai Classici". E dico "ritorno" perché sono illogicamente, quasi etilicamente (astemia, io) ottimista. Ma sono stanca di rivisitazioni. Ri-visitazioni? E cosa è successo, cosa hanno imparato nel corso dell'approfondita prima visita? Che <i>massacrare</i> è bello? <i>Dissacrare</i> può essere molto bello, se declinato da un genio, il resto è fuffa.<br />
Così propongo la ri-lettura delle opere di E.T.A. Hoffmann. La scrittura non è particolarmente ricercata, sofisticata, originale... Eppure, questa banalità formale si trasforma in un pregio perché esalta ciò che dovrebbe essere un valore assoluto, ovvero, i contenuti: le invenzioni, i lampi e le saette, la fantasia delirante, magicamente imbrigliata in una trama coerente. Chi non l'avesse mai letto potrebbe avere un'impressione di <i>déjà vu</i>. Succede... quando si viene saccheggiati da contemporanei e posteri.<br />
Mi rendo conto, volendo limitarmi ad una sola scelta, che proprio non ci riesco.<br />
Intanto: <i>Il Vaso d'Oro</i>. Poi, <i>Il Piccolo Zacchéo detto Cinabro</i> e<i> L'Uomo della Sabbia </i>(a cui si ispirò <i>Charles Nuitter</i> per il libretto del balletto<i> "Coppelia"</i>).<br />
Il Vaso d'Oro è suddiviso in <i>veglie</i>, non in capitoli. Su Internet abbondano i riassunti, non voglio pensare né, tanto meno, sapere a che scopo.<br />
Ho <u>riassunto all'osso i riassunti</u> delle prime tre veglie, tanto per...<br />
<i><br /></i><i>Prima veglia</i><br />
Dresda, primi dell’Ottocento - (Prima edizione: 1813, quindi, piena contemporaneità).<br />
E' il giorno dell'Ascensione. Anselmus, un giovane studente (imbranato) esce per partecipare ai festeggiamenti, ma inciampa nel cestino di un'orribile vecchia: tutte le sue mele ruzzolano giù per la via. Anselmus svuota il borsellino (destinato ai suddetti festeggiamenti), ma non evita insulti e maledizioni ("<i>Finirai nel Cristallo!</i>").<br />
Ormai senza più un quattrino, lo studente si apparta ai piedi di un sambuco, in riva all'Elba. E' il tramonto. Anselmus vive una visione, un invito della Natura e dell'Amore. Il suono di una campanella di cristallo: tra i rami si affacciano tre serpi, una ha gli occhi azzurri e Anselmus se ne innamora immediatamente.<br />
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<i>Seconda veglia</i><br />
Preso per un reduce dai festeggiamenti, Anselmus, confuso e imbarazzato, si convince di aver sognato. Incontra il vicepreside Paulmann che passeggia lungo il fiume insieme con sua figlia Veronica e con l’attuario Heerbrand. Accetta il loro invito e partecipa ad una gita in barca sull’Elba. Anselmus vede la serpe guizzare nell’acqua e tenta di raggiungerla, trattenuto dal barcaiolo. Anche questa volta, si convince d'aver sognato o di essere stato ingannato dai riflessi dei fuochi d'artificio sull'acqua.<br />
A casa dei Paulmann, Veronica, che si è decisamente innamorata di Anselmus, canta per gli ospiti. La sua voce viene paragonata al suono argentino di una campanella di cristallo. Anselmus dissente vigorosamente: lui l'ha sentita davvero una voce che risuona come una campanella di cristallo.<br />
Convinto, come gli altri, che il giovane sia in preda a vaneggiamenti a causa della precarietà in cui vive, Heerbrand gli propone un lavoro come copista presso l’archiviarius Lindhorst, un personaggio eccentrico, legato al mondo della magia e dell'alchimia. Il mattino dopo Anselmus, puntuale e ben vestito, si reca dall’archiviarius. Ma il picchiotto della porta di casa si trasforma prima nell'orribile vecchia delle mele che gli ripete la formula della maledizione, e, quindi, in un serpente bianco che si attorciglia intorno ad Anselmus. Lo studente perde i sensi.<br />
<br />
<i>Terza veglia</i><br />
In un Caffé, l’archiviarius Lindhorst racconta il mito dell'Amarillide e del principe Phosphorus il cui amore trionfa contro un Drago custode dei metalli della terra.<br />
Afferma però, che si tratta della vera storia dei suoi antenati.<br />
Nel Caffé ci sono anche il preside Paulmann e Anselmus. Paulmann ripropone la candidatura di Anselmus al posto di copista, e Lindhorst accetta di assumerlo, sembrandone, però, contrariato.<br />
<br />
<i>L'Uomo della Sabbia</i> è nella raccolta "Racconti Notturni".<br />
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<a href="http://i57.tinypic.com/20sxe38.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i57.tinypic.com/20sxe38.jpg" height="320" width="226" /></a></div>
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Se <i>Il Vaso d'Oro</i> non è nel catalogo Einaudi, ripiegare sugli Oscar Mondadori. <u>Mai</u>, Garzanti. ("<i>Il Piccolo Zacchéo detto Cinabro</i>" è in genere fra "e altri racconti", sia con <i>Il Vaso d'Oro</i> che con <i>Gli Elisir del Diavolo</i>).<br />
L'ideale sarebbe l'opera completa di E.T.A. Hoffmann nella collana "I Millenni", Einaudi.<br />
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<a href="http://i58.tinypic.com/2h3xabp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i58.tinypic.com/2h3xabp.jpg" height="320" width="213" /></a></div>
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Se l'alternativa è Garzanti, meglio in Inglese.<br />
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<a href="http://i62.tinypic.com/9fnpj6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i62.tinypic.com/9fnpj6.jpg" height="320" width="208" /></a></div>
<br />
Da:<br />
<a href="http://zerkalo-mitomania.blogspot.it/2014/08/antidoti-il-vaso-doro-eta-hoffmann.html">http://zerkalo-mitomania.blogspot.it/2014/08/antidoti-il-vaso-doro-eta-hoffmann.html</a><br />
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9003368772507663417.post-16575962065696708422014-08-27T10:01:00.000+02:002014-08-27T10:06:39.063+02:00Nicole (Dogs Never Bite Me. Just Humans. - Marilyn Monroe)<br />
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<a href="http://i60.tinypic.com/2r22nix.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://i60.tinypic.com/2r22nix.jpg" height="473" width="640" /></a></div>
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Si era fatta chiamare Nicole, era il nome che aveva scelto per rivendicare la sua indole femminile, ma era nata con le fattezze di un uomo e con i vestiti di un uomo è stata sepolta. È accaduto ad Avenza, nei pressi di Massa Carrara. Nicole è morta a 36 anni dopo una lunga malattia, da vent’anni era transessuale, eppure i genitori non hanno resistito al desiderio di ricondurla nell’immagine che conservavano in cuore, quella di un bambino, il figlio che hanno amato senza mai riuscire ad accettare le sue scelte di adulto. Una debolezza comprensibile - nella vita vera i costumi sociali cambiano meno rapidamente che nelle fiction televisive - ma certo è stato un duro colpo per le amiche e gli amici di Nicole vederla nella bara in giacca e cravatta, privata della sua identità, questa volta sì travestita. E sarebbe stato ancora più duro per Nicole, che da ragazza avrà lottato come tutti i transessuali per affermare se stessa, trovarsi addosso, e per sempre, i panni di un uomo.
icole era ciò che aveva deciso di essere
Come se il suo fosse stato uno sbaglio e quello di adesso un ravvedimento estremo.<br />
Ma Nicole era ciò che aveva deciso di essere, perché al di là delle apparenze non è la natura a stabilire chi siamo: è il nostro percorso sulla terra, il nostro modo di stare in mezzo agli altri, la nostra vocazione. Come ogni altro essere umano, anch’io ho una conformazione anatomica e dei tratti somatici dettati dalla genetica, ma non sono mai solo il mio corpo, io sono essenzialmente i miei atti, le mie parole, i miei gesti, i miei comportamenti, le mie maschere, tutto ciò che produco nel contesto sociale, ovvero ciò attraverso cui gli altri mi riconoscono. Se ha un senso l’esortazione di Nietzsche "<i>Diventa ciò che sei</i>" ce l’ha nel senso che già le dava Pindaro: "<i>Diventa ciò che hai appreso di essere</i>".<br />
A differenza degli altri animali, la persona non trova già determinata la propria identità, ma la scopre nella relazione col mondo, facendone esperienza - un’esperienza intima quanto più condivisa - e al contempo affermandola. <u>Non si possono certo biasimare le madri e i padri che affrontano il dolore idealizzando l’album dei ricordi, ma il loro amore sarà davvero compiuto quando accetteranno la separazione, l’autonomia, le volontà di chi hanno cresciuto</u>.
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Di Mauro Covacich<br />
www.corriere.it<br />
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L'Associazione consultorio transgenere, Mit (Movimento Identita' Transessuale), Associazione Mondo Arcobaleno, Lgbt scrivono:<br />
"<i>Essere trans le ha dato quella dignità che sentiva essere sua. Per tutti era Nicole, la sua semplicità e il suo sorriso davano consiglio a chi non aveva ancora intrapreso il percorso. La famiglia, da sempre al corrente, non è stata in grado nemmeno nel momento doloroso del trapasso di rispettarla per quello che era, per quello che da sempre attraverso il suo modo di vivere, di riconoscere che il suo essere coerentemente donna giorno per giorno non era legato a un capriccio ma era più grande di lei e apparteneva al suo genere. Sentirsi imprigionata in un corpo che non ti appartiene è da sempre una battaglia che le persone transessuali vivono da subito. Lo stigma sociale che spesso le porta a vivere ai margini della società per Nicole non è stato certo più semplice, ma era riuscita attraverso la sua determinazione a imporsi. A nulla è valso! La famiglia era certamente al corrente del suo percorso. All'età di 37 anni lei viveva la sua identità di genere alla luce del sole. Il suo essere donna non era certo un capriccio ma una priorità da sempre. Siamo mortificati, delusi, imbarazzati nel venire a conoscenza che nemmeno da morti venga rispettata la nostra volontà. Vedere Nicole vestita da uomo nella triste bara con la giacca e la cravatta che la porteranno verso un'altra vita ci rammarica fortemente. Siamo certi che verrà ripagata della sofferenza e del martirio che a causa della colpa e dell'ignoranza siamo costrette a vivere in quanto persone transessuali. Riteniamo questo atto una mancanza di rispetto ed un insulto alla sua intelligenza, certi del fatto che se giustizia esiste le sarà resa</i>".<br />
<br />
<br />Mabhttp://www.blogger.com/profile/10079930099505951069noreply@blogger.com0