lunedì 4 agosto 2014

Frances Farmer : La Vera "Storia Vera"- Prima Parte

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La “nuova Greta Garbo”.

Certi vizietti che accompagnano il lancio di un personaggio-prodotto non hanno età... magari, a differenza delle vicende promozionali riguardanti squallidi personaggini nostrani, nel caso di Frances Farmer era la banalità del marketing a risultare particolarmente stridente e totalmente inadeguata rispetto alla personalità del “prodotto”.

Ho visto un paio di suoi film nel “porto delle nebbie” di Fuori Orario. L'impressione che ne ho ricavato, da semplice spettatrice-ingurgita-film, l'avvicina, semmai, ad una Carol Lombard (l'amatissima moglie di Clark Gable morta nel corso della seconda guerra mondiale) molto più bella dell'originale. Quanto all'ironia dissacrante della signora Gable, alle famose bestemmie da facchino ed alle ricorrenti bevute da scaricatore... mi pare proprio che anche Frances non appartenesse al tipo di donna che oggi si definirebbe “genere Barbie”.



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Carol Lombard

 Non so se nacque in una “notte buia e tempestosa” carica di presagi foschi e di atmosfere dickensiane. So che nacque il 19 settembre del 1913 a Seattle delle eterne piogge, stato di Washington.

Il padre, Ernest Melvin Farmer, era un avvocato, a sua volta figlio di un giudice di contea del Minnesota. Si era stabilito a Seattle ai primi del secolo ed aveva sposato nel 1906 Lillian Van Ornum, una donna fresca di divorzio e già madre di un ragazzo. Come spesso accade, i due coniugi erano totalmente diversi... Lui - secondo coloro che lo conobbero personalmente - era mite, gentile, ma debole ed irresoluto.
Lillian, al contrario, era una donna forte, determinata ad essere una protagonista. Idee precise ed estreme portate avanti in modo estremo. Durante la Grande Guerra  aveva avuto il suo quarto d'ora di celebrità, a livello di cronaca nazionale, ottenendo, grazie a numerosi incroci, una gallina bianca, rossa e blu, per sostituire l'aquila, emblema degli Stati Uniti (... e anche dell'odiato Nemico crucco).
Fu anche sostenitrice del Movimento Femminista, ma, ben presto, tutte le sue furenti energie si coagularono in un granitico anti-Comunismo.
Il divorzio non sorprese nessuno, immagino.
Il colpo di grazia fu il declino economico della famiglia, un vero e proprio declassamento simbolizzato dal trasloco in un modesto bungalow in affitto (qui mi ritorna in mente Dickens, in modo meno irrazionale). Lui tornava regolarmente in visita  ogni settimana...

La terzogenita, Frances, aveva preso certamente alcuni aspetti del carattere materno. Inizialmente meno evidente, o solo mascherata, la debolezza paterna affiorerà più tardi.
All'epoca del divorzio e del dissesto economico era un'adolescente. Pare fosse piuttosto solitaria, accanita lettrice, precoce intelligenza, precoce in tutto. Doveva già dimostrare un notevole e poliedrico talento se l'ambiziosa madre, nonostante le difficoltà economiche, le procurò lezioni di piano e di recitazione.

A 14 anni debuttò con la sorella Edith in una recita parrocchiale. Si disse che la sua presenza scenica, qualcosa di molto simile al carisma, fosse già indiscutibile. Il “Seattle Daily Times” pubblicò una foto del memorabile evento.


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Frances e la sorella Edith

Così, in una sorta di curiosa simbiosi, i rapporti di Frances sia con la madre Lillian che con Seattle sono ancora accettabili in questi anni della prima adolescenza.
Certamente, quella brillante, ruvida, testarda ragazzina era un corpo estraneo nella cerchia famigliare così come nella plumbea comunità cittadina, tuttavia, la sua deflagrante personalità ed i suoi molti talenti, titillandone la riluttante vanità, le assicuravano una simil-approvazione.

Al liceo, la sua attività era addirittura febbrile, come si può notare da questo annuario scolastico del '27.

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Frequentava sia il corso di recitazione che quello di retorica, collaborava con il giornale scolastico e con la rivista letteraria (scriveva poesie e racconti).
Né trascurava lo sport: faceva parte della squadra di volley e di quella di basket.

Nel 1931, partecipò ad un concorso letterario sponsorizzato dalla rivista The Scholastic e vinse un premio (cento dollari ) con un breve saggio dal titolo "Dio è Morto ". Naturalmente, lo scandalo fu grande per i bravi cittadini di Seattle.

Infine, il "corpo estraneo " aveva fatto danni e la città la trafisse (tipo "Il Collezionista di Farfalle". Senza cloroformio, però!).
Mammina fu l'interprete più virulenta dell'indignazione collettiva.

I giornali locali sfoderarono titoloni del tipo: "Ragazza di Seattle Rinnega Dio e Vince un Premio!"
Gli "uomini di fede" additarono Frances e la sua insegnante di Inglese come sulfurei esempi dell'ateismo dilagante nella Scuola pubblica.
Uno di loro (di fede battista), rivolgendosi alle sue tremebonde pecorelle, tuonò: "Se i giovani di questa città finiranno all'Inferno, non c'è il minimo dubbio che sarà Frances Farmer la loro guida!"
Riferendosi a questo episodio, Frances disse che era stato triste per lei scoprire fino a che punto la gente potesse rivelarsi stupida. Si sentì sola al mondo... più la gente la additava con disprezzo, più lei si induriva.
"Quando incominciarono a chiamarmi 'The Bad Girl of West Seattle High', feci del mio meglio per essere all'altezza della mia fama."

[ A questo punto, poiché citerò spesso le sue parole, mi pare giusto sottolineare che, per lo più, sono tratte da un'autobiografia che aveva incominciato a scrivere due anni prima di morire e che uscì postuma. Quando quella incredibile bufera che fu la sua vita, lobotomia compresa, si era avviata verso un'altalena di tardive ricerche di approvazione e crolli alcolici].

Nel settembre dello stesso anno, si iscrisse alla facoltà di giornalismo presso l'università di Washington. Presto  abbandonò il giornalismo per la facoltà di Arte Drammatica. Si manteneva agli studi con i lavori più disparati, compreso quello di cameriera-cantante in un pub.
In compenso, divenne in breve tempo la star delle produzioni teatrali studentesche, che, all'epoca, erano seguite da un vasto pubblico.
Tre anni più tardi, un perspicace critico locale le predisse, con rara banalità, "le luci di Broadway". Anche Frances era incrollabilmente convinta del proprio glorioso destino. "Ero divorata viva dal'ambizione ", dirà poi... sappiamo quando e in che mutate condizioni... Sentiva di essere destinata a raggiungere la "vetta del Mondo". Il problema era COME arrivarci.
A causa delle precarie condizioni economiche della famiglia, un suo soggiorno a New York era impensabile.
Nel 1935, grazie ad una collaborazione con una rivista di sinistra, vinse un viaggio in Unione Sovietica... e, un'altra volta ancòra, fu "Frances la scandalosa", e chi guidò le proteste, in preda a feroci coliche anticomuniste?


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Mamminacara

(continua)

Mab's Copyright


Ho controllato informazioni e preso alcune foto qui:

http://doc.studenti.it/
http://www.historylink.org/

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