lunedì 19 settembre 2016

Emmy Awards 2016

Personalmente, esulto per l'ennesimo riconoscimento a Maggie Smith e a Sherlock: l'Abominevole Sposa. Mi accontento di poco. Ho qualche rimpianto, ma Game of Thrones è un gigante cannibale che fagocita la qualsiasi...
Incazzata nera per le mancate candidature a "Penny Dreadful". Per dure.

Dall'articolo di Diego Castelli su serialminds.com:

MIGLIOR DRAMA

The Americans
Better Call Saul
Downton Abbey
Game of Thrones 
Homeland
House of Cards
Mr. Robot

Per quanto Game of Thrones, come tutti i fenomeni culturali di massa, abbia tanti estimatori quanto detrattori, è difficile negare che al momento sia la cosa televisiva più vicina al cinema (nel senso più ampio e nobile del termine) che i nostri piccoli schermi possano ricevere. La sua vittoria in questo senso era scontata, non fa notizia, specie visto che rispetto all’anno scorso non c’era nemmeno la concorrenza di un altro fenomeno al tramonto come Mad Men (e vinse comunque GoT). Onestamente non so quali altri dei candidati potessero sperare di vincere.

MIGLIOR COMEDY

Black-ish
Master of None
Modern Family
Silicon Valley
Transparent
Unbreakable Kimmy Schmidt
Veep 

Noi speravmo nella vittoria di Master Of None, ma Veep è una corazzata inossidabile che già aveva vinto l’anno scorso e che pare non conoscere ostacoli. Peraltro non le puoi nemmeno dire granché povera bestia.

ATTORE PROTAGONISTA IN UN DRAMA

Kyle Chandler, Bloodline
Rami Malek, Mr. Robot
Bob Odenkirk, Better Call
Saul Matthew Rhys, The Americans
Liev Schreiber, Ray Donovan
Kevin Spacey, House of Cards

A luglio, commentando le nomination e parlando del possibile Emmy a Rami Malek, dissi “dateglielo e basta”. E così è stato, non certo su mio suggerimento (per quanto mi piacerebbe) ma semplicemente perché il buon Malek se lo merita alla grande, e vederlo perdere l’anno scorso mentre vinceva Christian Slater nella stessa serie aveva fatto un po’ male al cuore. Ora tutto è sistemato.





ATTRICE PROTAGONISTA IN UN DRAMA
Claire Danes, Homeland
Viola Davis, How to Get Away with Murder
Taraji P. Henson, Empire
Tatiana Maslany, Orphan Black
Keri Russell, The Americans
Robin Wright, House of Cards

Eccolo qui l’altro sassolino (sassolone) che ci siamo tolti dalle scarpe. L’anno scorso vinse Viola Davis senza alcun motivo valido, se non forse un trattamento di favore per le minoranze, del tutto ipocrita. Questa volta finalmente si torna ai veri valori: Tatiana Maslany recita in una serie in cui interpreta una decina di personaggi e paradossalmente sembra quasi che Orphan Black le stia stretta, che sceneggiatura e regia non siano all’altezza di quello che la sua protagonista può dare. Emmy meritato e pure tardivo.




ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA

Jonathan Banks, Better Call Saul
Peter Dinklage, Game of Thrones
Michael Kelly, House of Cards
Kit Harington, Game of Thrones
Ben Mendelsohn, Bloodline
Jon Voight, Ray Donovan

Qui a Serial Minds Bloodline l’abbiamo proprio persa di vista (non si riesce a vedere tutto…) quindi non mi sento di fare chissà che commento pro o contro. Mi sarebbe piaciuto veder vincere Jon Voight, ma amen, quello è già una leggenda di Hollywood, emmy più, emmy meno non è che cambia tanto… 


ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA

Emilia Clarke, Game of Thrones
Lena Headey, Game of Thrones
Maggie Smith, Downton Abbey
Maura Tierney, The Affair
Maisie Williams, Game of Thrones
Constance Zimmer, UnREAL

Fa uno strano effetto vedere vincere Downton Abbey, che sembra essere finita una vita fa. Eppure, complice le date della messa in onda americana (noi di solito tenevamo d’occhio quella inglese), è potuta rientrare in gara ancora una volta, garantendo il terzo emmy a Maggie Smith. A cui non puoi dire nulla a prescindere.


MINISERIE

American Crime
Fargo
The Night Manager
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story 
Roots

Eccolo qui il primo degli attesi e pretesi Emmy per American Crime Story. Li volevamo, sono arrivati, e ora si gioisce.


TV MOVIE

A Very Murray Christmas
All the Way
Confirmation
Luther
Sherlock: The Abominable Bride

Qualcuno l’ha bocciato considerandolo una mezza presa per il culo (per il suo essere uno speciale vittoriano ma anche un effettivo gancio alla serie regolare), fatto sta che però con Abominable Bride Sherlock ci ha tenuto incollati alla poltrona e ci ha fatto discutere per giorni. E poi se vince Sherlock va bene e basta.

ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE

Bryan Cranston, All the Way
Benedict Cumberbatch, Sherlock: The Abominable Bride
Idris Elba, Luther
Cuba Gooding Jr., The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Tom Hiddleston, The Night Manager
Courtney B. Vance, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story

E via con la girandola di attori vincenti per American Crime Story. Comincia Vance con il suo Johnnie Cochran, difensore del probabile assassino e capace di sconfinare dall’avvocato al predicatore mistico. Applausi.


ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE

Kirsten Dunst, Fargo
Felicity Huffman, American Crime
Audra McDonald, Lady Day at Emersons Bar and Grill
Sarah Paulson, The People v. O.J. Simpson: American Crime Story
Lili Taylor, American Crime
Kerry Washington, Confirmation

Dopo essere stata nominata tante volte per American Horror Story, Sarah Paulson DOVEVA vincere questo emmy (in una serie dal nome molto simile). La sua Marcia Clark (che la Paulson s’è pure portata in sala!) è semplicemente un’altra categoria, un perfetto miscuglio di competenza e fragilità, a restituire i drammi interiori di una donna che credeva di avere la vittoria in pugno e se l’è vista scivolare fra le dita. Bravissima, meritatissimo.





MIGLIOR SCENEGGIATURA PER UNA MINISERIE, TV MOVIE O SPECIALE

Fargo (“Loplop”), Bob DeLaurentis
Fargo (“Palindrome”), Noah Hawley
The Night Manager, David Farr
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“From the Ashes of Tragedy), Scott Alexander and Larry Karaszewski
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“Marcia, Marcia, Marcia”), D.V. DeVincentis 
The People v. O.J. Simpson: American Crime Story (“The Race Card”), Joe Robert Cole

Ed eccoci all’ultimo emmy per American Crime Story, probabilmente la vincitrice più evidente della serata, col maggior numero di premi e l’impressione di aver proprio spaccato. Il premio alla sceneggiatura è peraltro doveroso, per una serie capace di raccontare un fatto di cronaca conosciutissimo a tutto il pubblico, riuscendo comunque a garantire la suspense del miglior thriller, unita a una rara capacità di coordinare un numero davvero elevato di personaggi, ognuno in grado di svettare e brillare a modo suo (e non a caso sono arrivati gli altri emmy). Qui a Serial Minds avevamo sperato fin da subito in questo trionfo, e quindi applaudiamo senza riserve. Quest’anno ci è andata proprio bene.

L'articolo integrale è Qui.

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