A seguire, le ultime parole pronunciate da Bartolomeo Vanzetti in tribunale, trascritte, e nell'interpretazione di Gian Maria Volontè ("Sacco e Vanzetti", film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo). Riccardo Cucciolla nel ruolo di Nicola Sacco.
"Sí. Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato. Non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto, primo fra tutti: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo.
E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa e nessun'altra. Una frase... Una frase mi torna sempre alla mente:
"Lei, signor Vanzetti, è venuto qui, nel paese di Bengodi, per arricchire!". Una frase che mi dà allegria. Io non ho mai pensato di arricchire: non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando. Sto soffrendo e pagando per colpe che effettivamente ho commesso. Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico, e mi sun anarchic; perché sono italiano, e io sono italiano, ma sono così convinto di essere nel giusto che, se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e io per due volte potessi rinascerere, rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto. Nicola Sacco. Il mio compagno Nicola! Sì, può darsi che a parlare io vada meglio di lui, ma quante volte, quante volte - guardandolo, pensando a lui, a quest'uomo che voi giudicate ladro e assassino e che ammazzerete... Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome - il nome di Nicola Sacco - sarà ancora vivo nel cuore della gente. Noi dobbiamo ringraziarvi. Senza di Loro noi saremmo morti come due poveri sfruttati: un buon calzolaio, un bravo pescivendolo... E mai, in tutta la nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini... Voi avete dato un senso alla vita di due poveri sfruttati!"
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