giovedì 14 agosto 2014

Frances Farmer: La Vera "Storia Vera" - Terza Parte

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Sull'onda del successo di "Come and Get it", e a distanza di un anno e mezzo dalla burrascosa partenza, tornò trionfalmente a casetta!... Serre di fiori all'aeroporto, folla assiepata ai lati della strada percorsa regalmente dalla limousine che riportava "Frances la Bolscevica".
Lei si sottopose al rito delle foto con i genitori, con gli studenti di Arte Drammatica della facoltà di Washington, la sua università..
All'Olympic Hotel si offrì alla crema della società locale nel corso di un lussuoso ricevimento in suo onore. A capo di una folta delegazione di pezzi grossi, il governatore dello stato di Washington in persona si recò a tributare il doveroso omaggio alla loro Cinderella girl!... Ancòra fumavano le torce con cui avevano acceso un rogo tutto per lei e per la sua "possessione bolscevica"... ancòra tuonavano le parole: "Se i nostri giovani finiranno all'inferno, non c'è dubbio che alla loro testa ci sarà Frances Farmer!”.
Ma Frances simulò un attacco di diplomatica amnesia. Grati, i suoi conterranei accennarono fulmineamente al famigerato viaggio, ansiosi di concentrarsi sulle sue presenti glorie e di brillare di luce riflessa.
Intanto, e qui i pareri sono discordi, la crescente fama di carattere difficile ed umorale, accompagnata da dichiarazioni a denti stretti di colleghi estenuati ed esasperati dalla comune esperienza lavorativa, lasciava presagire le future tempeste. Semplicemente, Frances ancòra non poteva permettersi la nomea di partner problematica e capricciosa, e, quindi, inaffidabile: dopo il fulmineo trionfo di Come and Get it, secondo contratto, aveva girato altri tre film nei primi sei mesi del '37, ma quella magia non si ripetè, né allora, né mai più.
La luna di miele con la Paramount era finita. La stessa Frances aveva aperto gli occhi e non era più la ragazzina raggiante di gratitudine per la mancetta settimanale.


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Presto, la stampa specializzata incominciò a chiedersi quanto la Farmer sarebbe durata, se la scommessa più brillante degli Studios si sarebbe trasformata o no nella più pericolosa delle delusioni. E, se le insinuazioni sulle sue intemperanze si fossero rivelate fondate, quanto avrebbe retto la pazienza della Paramount senza la compensazione di nuovi successi?
Frances, dal canto suo, non aveva mai dimenticato il teatro.
(Apro parentesi: siamo lontani anni-luce da certe dichiarazioni di attori nostrani, tristanzuoli e recalcitranti pensionandi forzati del cinema, che se ne escono con dichiarazioni in serie - e per la serie:"Il teatro è stato il mio primo, grande vero amore"!!!)
Chiese un congedo alla Paramount, e si recò sulla Costa Orientale dove partecipò con grande successo a due lavori teatrali. Ovviamente, con il Group Theater.
Al termine della stagione, le fu proposto di entrare a pieno titolo nella Compagnia e di interpretare Golden Boy, un lavoro di Clifford Odets.
La prima fu un incredibile successo, seguita da 250 repliche a Broadway.
La fortuna di Golden Boy non accennava a diminuire, e Frances riportò un autentico trionfo personale. A ventiquattro anni, aveva ottenuto tutto ciò che aveva sognato disperatamente, ragazzina, nei lontani giorni di Seattle.Tuttavia... tuttavia, già durante le prove, si era innamorata di Odets ed aveva una relazione con lui.


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La relazione con Odets fu altalenante e tempestosa, passionale e coinvolgente. Finì con uno stitico bigliettino del "cavaliere dalla scintillante armatura":
"Mia moglie ritorna oggi dall'Europa. Credo che la cosa migliore sia non rivederci mai più".
Uno dei soliti Vermi - avrebbe detto Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany".
Dovette affrontare anche una fastidiosa grana legale: un ex-agente a caccia di soldi. Frances vinse la causa, ma la coincidenza temporale fu devastante.
Intanto, proseguiva con successo la tournée di Golden Boy. Apparentemente, lo squallido esito della relazione con Odets non aveva avuto ripercussioni sulla sua collaborazione con il Group Theater.
Ma, alla vigilia della partenza per Londra, prima tappa del tour europeo, fu liquidata senza tanti complimenti.
Forse, Odets il "verme" non c'entrava nulla... Forse, il fatto che i genitori della sua sostituta finanziassero la tournée europea non c'entrava nulla... Perché malignare?
Nonostante tutto, Frances, nel '39, partecipò ad altre due produzioni del Group Theater:
"Quiet City" di Irwin Shaw e "Thunder Rock" di Robert Ardrey.
Due fiaschi.
Le fu offerta una parte in "Fifth Column"di Ernest Hemingway. Il regista, Lee Strasberg, tentò di arginare la sua deriva, ma Frances aveva già passato il confine e dovettero sostituirla con un'altra attrice.
Frances ritornò a Hollywood, ma il suo momento era passato e non sarebbe mai più ritornato.
Tra il '40 ed il '41 girò sei film. Produzioni a basso costo. Qualità scadente. Pietosamente "dimenticabili".

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Nel '42, ricoprì un ruolo secondario in "Son of Fury", filmazzo con Tyrone Power. La protagonista femminile era Gene Tierney, forse una delle più belle ed enigmatiche attrici di sempre. Anche lei, come Frances, finì nella "fossa dei serpenti", anche lei conobbe il girone infernale dei trattamenti speciali, dei bagni ghiacciati e degli elettro-shock.

(continua)

Ho controllato informazioni e preso alcune foto qui:
http://doc.studenti.it/
http://www.historylink.org/


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