Amo questa donna. Tailleur anni '60, con spilla d'ordinanza sul risvolto della giacca, capelli imbalsamati con la fiamma ossidrica, mani curate che muove sapientemente come un Vescovo felliniano in piena omelia... Hai quasi l'impressione di captare il suo profumo cipriato, l'odore intenso di un rossetto più o meno suo coetaneo...
Si accomoda, busto eretto e gambe unite, davanti al tavolino spoglio e anonimo di un carcere, sfoglia con le dita discretamente ingioiellate fogli di appunti, stralci di verbali, perizie, come se giocherellasse (rispettosamente) con il catalogo di una mostra milanese sponsorizzata da suoi carissimi amici... e incomincia. Davanti a lei, lo sguardo vagamente perplesso di un/una omicida che incontra la reincarnazione di una professoressa dei suoi lontani tredici anni.
Le va riconosciuto un merito: si rivolge al malcapitato/a con estrema cortesia, dà immancabilmente del "lei", sparge incensi di "scusi" e "la prego". E' rigorosa e accattivante nell'esposizione di fatti e circostanze, in un crescendo apparentemente innocuo di domande, osservazioni, repliche.
Poi, sempre con lo stesso tono vellutato e ipnotico, proprio come se chiedesse "Quante zollette, prego?" ad un'accartocciata detenuta dallo sguardo perso dietro una frangia tinta "in casa", lo smalto smangiucchiato e il trucco sbagliato, intona:
"Mi faccia capire. Così, mentre quella ragazzina, una bimba di 27 anni - e non una bimba qualsiasi, ma la sua MIGLIORE amica - agonizzava in un lago di sangue, e la sua povera vita lasciava il corpicino contorto e i suoi occhioni - quei grandi occhi celesti - le chiedevano disperatamente aiuto... lei è andata a mangiare una pizza con il suo amante? Il suo amante che era il cognato della vittima, cioè il fratello del marito della povera Assunta? Mi spieghi...".
Immensa.
Mab's Copyright
E' un post (corretto qua e là) del 2014, ma va bene così.
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