1) il vegetarianismo vampiro secondo la legge di Dyo
2) indovina chi è il vampiro che non c’entra
3) Batman sospeso sulla piscina piena di squali
4) l’epidermide vampira come i collant di Amanda Lear
5) un prototipo di adolescente bimbominkia
6) la sindrome di Dan Brown (e il sarcasmo mormone)
7) il cervello sghembo di un highlander diciassettenne
8) belli belli belli in modo assurdo
9) da un grande potere deriva un grande mona
10) la pubblicità del Soul Glo
11) così fighissimo che c’ha la calligrafia arrapante
12) il sogno d’amore bimbominkia
13) Action Comics numero uno
15) se era italiana sarebbe stato Giovanni Allevi
- che è il libro dove scopriamo com’è che la protagonista, la diciassettenne Isabella Swan per gli amici Bella, conosce la famiglia dei vampiri mona aka la famiglia Cullen, che non è precisamente una famiglia famiglia (nessuno è parente di nessuno) ma un gruppetto di succhiasangue vegetariani (succhiano solo gli animaletti, niente esseri umani) che sono come gli X-men, c’hanno i superpoteri (v. “da un grande potere deriva un grande mona”) e stanno riuniti attorno al loro capo vampiro, il più anziano della ghenga, il dottor Cullen, che fa la parte del guru spirituale cripto-mormone “è contro la legge morale impostaci da Dyo succhiare gli esseri umani ed è meglio che non lo facciamo sennò Dyo ci spedisce tutti all’inferno, per cui dobbiamo soffrire soffrire soffrire in astinenza, nutrendoci soltanto di quel rancido insipido diet-sangue delle bestioline della foresta – di cui tanto a Dyo, delle bestioline, gliene fotte una cippa” (e questo vampiro anziano, che dell’astinenza dolorosa è un virtuoso, per mettere alla prova il suo ferreo autocontrollo mormone di mestiere fa il medico all’ospedale ed è sempre in mezzo a schizzi sanguinolenti dappertutto, ma lui tiene mormonescamente duro, resiste alla tentazione demoniaca e soffre in silenzio) – i personaggi di cui vi parlerò oggi sono (da sinistra: il già citato dottor Cullen, Batman, Bella Swan, Dan Brown, il Patty)
(ma no, che vi credete, il vegetarianismo è un’abitudine eccezionale praticata da pochi vampiri illuminati, di solito i vampiri preferiscono succhiare gli esseri umani, che sono molto più gustosi e nutrienti, non ci pensano due volte)(e noi lo sappiamo bene, che ci sono anche – soprattutto – vampiri non vegetariani, no?)(qui sotto un piccolo test per verificare la vostra competenza in materia)(se non vi viene in mente: ripasso)
La storia inizia col trucchetto suspense che è quello cheappissimo della impasse thrilling avanti nel tempo – Batman che penzola incatenato sulla piscina piena di squali affamati: “com’è successo che il nostro eroe si trova in una situazione così merdosa? scopriamolo!” – la protagonista Bella Swan che sta per essere accoppata da un non meglio identificato “cacciatore” (che le si avvicina minaccioso e inesorabile, ovviamente “sorridendo” – perché sì, ve lo ricordate?, il “sorriso” in tutte le sue varie declinazioni è il superficialissimo attributo di pseudo-profondità più comunemente utilizzato nella letteratura degli abissi)(e il cacciatore, che ve lo dico a fare, è un vampiro cattivo non vegetariano che vuole mangiarsela), Bella Swan è pronta a morire, si sta sacrificando per amore!, oooooh!, non ci sono vie di fuga, aiuto!, lo dice esplicitamente: è una situazione da lasciarla “col fiato sospeso” (così, giusto per essere sicuri che il cervello tardo del lettore bimbominkia percepisca il senso della cosa) e poi stop, dissolvenza, fiato sospeso!, torniamo indietro di qualche mese,
c’è Bella Swan che parte da Phoenix in Arizona, dove viveva da anni con la mamma, e se ne va a stare a Forks col padre, in questo modesto paesello su su nel freddo nord che è una schifezza, c’ha il record mondiale delle giornate di pioggia ed è sempre nuvoloso e non c’è mai il sole (e appunto: la famiglia Cullen vive a Forks perché i vampiri di Twilight evitano il sole come la peste, non che ci si polverizzino come il conte Dracula, no, ma c’hanno la pelle che al sole gli diventa tutta rilucente e luccicosa tipo lamé dorato – perché non si sa, è così e basta)(quindi evitano il sole per non farsi sgamare)(e bisogna riconoscerglielo, alla Stephenie Meyer, che questa cosa qua della pelle è geniale: non esiste cosa al mondo che richiami l’attenzione bimbominkia più delle luccicanze glitterate, e fare i vampiri figaccioni misteriosi spettinati e pure glitterati, accipicchia, è un’idea bomba!); il fatto, vi spiego, è che Bella Swan c’ha i genitori divorziati e la mamma s’è appena messa con un tizio che gira il paese per lavoro, e siccome Bella è una ragazzina che deve andare a scuola e non può starsene a zonzo tutto il tempo decide di andarsene a vivere col padre, che fa il poliziotto a Forks,
Bella si capisce subito che è la rappresentazione del tipico ideale adolescente-bimbominkia: una ragazzina insofferente, problematica, incline al melodramma toujours maudite, parecchio autolesionista, ma anche (soprattutto!) una cifra specialissima, unica, per niente comune, diversa da chiunque altro – dice di se stessa
Non ero capace di entrare in sintonia con le persone della mia età. Forse dovrei dire che non sapevo entrare in sintonia con le persone, punto. Ogni tanto mi chiedevo se i miei occhi e quelli del resto del mondo vedessero le stesse cose. Forse il mio cervello era difettoso.
è una ragazzina profonda e intelligentissima che sta avanti anni luce rispetto ai suoi coetanei, per dire, il programma scolastico di Forks le fa un baffo,
piuttosto elementare: Brontë, Shakespeare, Chaucer, Faulkner. Avevo letto già tutto.
e gli altri studenti che noia, non sono alla sua altezza – sentite che trattamento riserva a questo qua, poveraccio, che le chiede come mai, nonostante venga da Phoenix, non è per niente abbronzata:
“Non sembri molto abbronzata”.
“Mia madre è mezza albina”.
Mi squadrò con aria apprensiva, e io sospirai. A quanto pareva, le nuvole e il senso dell’umorismo non andavano d’accordo. Qualche mese così e avrei disimparato a usare il sarcasmo.
E qui si manifesta il limite numero uno dello scrittore mediocre, e cioè il fatto che è un po’ cretino: proprio nel senso che non c’arriva, che scrive cose povere o del tutto assenti di intelligenza, che non funzionano, che sono zoppe di significato (nello specifico, vedete, il superiore elevatissimo e difficilmente comprensibile umorismo della protagonista è in realtà una cosettina scema miseramente loffa, che non giustifica affatto il biasimo disgustato rivolto al povero studentello); succede sempre così, che quando lo scrittore mediocre muove personaggi che pretendono di esserne ricchi, di intelligenza e lucidità e brillantezza e umorismo, ecco che invece finisce per fargli fare la figura dei mona (e la fa pure lui, lo scrittore mediocre) – è la classica sindrome di Dan Brown, quella dello scrittore mediocre che rivela la sua irrimediabile stupidità nel tentativo di raccontare la non-stupidità (Dan Brown, che è il principe della sindrome omonima, rivela il suo infinitesimale QI raccontando le avventure di personaggi dichiaratamente cervelloni dal QI einsteiniano che appunto, però, essendo figli del suo, di QI, vengono fuori soltanto come ridicoli e inetti mentecatti – buffissimi!)
e comunque, in ogni caso, l’idea di “sarcasmo” di Bella Swan è quella di una mormona bimbominkia perbenino che colpisce duro con robe del genere,
“Pensavo che non volessi essermi amico”
“Ho detto che sarebbe meglio se non diventassimo amici, non che non voglio”
“Oh grazie, adesso è tutto molto più chiaro”
Sarcasmo pesante
Tutti gli studenti uguale, che due palle, esserini inferiori che si strusciano addosso a Bella Swan per farci amicizia, puà!
Non ricordavo il suo nome, perciò sorridevo e annuivo mentre lei ciarlava dei professori e delle lezioni.
Non cercai nemmeno di seguire il suo discorso.
Ma qualcuno alla sua altezza, a scuola, ce lo trova – che ve lo dico a fare: è il figaccione coprotagonista, il vampiro Edward Cullen, che Bella Swan intravvede per la prima volta a mensa, se ne sta seduto lontano, in disparte, con gli altri vampiri adolescenti della famiglia Cullen,
Ognuno di loro era pallido come il gesso, erano i più pallidi tra tutti gli studenti [...] tutti avevano gli occhi molto scuri, a dispetto del diverso colore dei capelli, e cerchiati da ombre pesanti, violacee, simili a lividi [...] I loro volti, così differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana
Perché sì, ve lo dico subito: quando ci si trasforma in vampiri (il che succede quando un vampiro ti morde e non ti succhia fino in fondo) si diventa immortali, ci si ferma per sempre all’età in cui è avvenuta la trasformazione. Edward Cullen s’è trasformato in vampiro a diciassette anni all’inizio del ventesimo secolo, per cui quando s’incontra con Bella Swan c’ha diciassette anni da circa un secolo – e viene da chiedersi (questione fondamentale!): il cervello di un vampiro diciassettenne che c’ha diciassette anni da un secolo rimane per un secolo il cervello di un diciassettenne, con le pulsioni e le fregole e le idiosincrasie e la (poca) ragione di un diciassettenne, oppure gode di un qualche minimo upgrade di maturazione? Nel libro non se ne parla, non si sa, ma s’intuisce, ve lo dico io: che sì, rimane per un secolo il cervello di un diciassettenne con tutte le insopportabili tare di un diciassettenne, e lo so che è difficile, sforzatevi!, ma cercate per un attimo di immaginare che coglione colossale può essere un diciassettenne che è diciassettenne da un secolo – ecco, un coglione così è Edward Cullen.
Edward se ne sta insieme ai suoi amichetti vampiri adolescenti e tutti assieme fanno finta di essere normalissimi studenti di liceo (per salvare le apparenze e integrarsi un pochino nella comunità del paesello schifoso) e sono uno più fighissimo dell’altro – Bella non può che esprimere la sua meraviglia in termini zoolanderiani:
il suo viso era di una bellezza assurda
perché sì, dovete sapere anche questo: che a trasformarsi in vampiri, oltre che immortali, si diventa anche belli belli belli in modo assurdo (non sto scherzando, dico davvero, c’è scritto nel libro – non si capisce precisamente com’è che un cozzo storpio vampirizzato possa diventare bellissimo, ma tant’è, boh); tutte le studentesse sbavano da matti dietro i maschioni Cullen, che però non se le cagano di striscio – c’è una ragazzina che dice a Bella,
Si chiama Edward. E’ uno schianto, ovviamente, ma non sprecare il tuo tempo. Non esce con nessuna. A quanto pare qui non ci sono ragazze abbastanza carine per lui
e Bella pensa
La volpe e l’uva. Chissà quando era toccato a lei essere rifiutata. Mi morsi un labbro per non riderle in faccia.
(e anche qui, fateci caso, si ari-manifesta la assoluta cretineria di Stephenie Meyer: il riferimento alla volpe e l’uva e la risatina altezzosetta di scherno sono del tutto fuori luogo, la ragazzina non aveva affatto disprezzato Edward, al contrario) e comunque, sorpresa!, il vampiro figaccione Edward la nota eccome, Bella, le lancia certe intensissime occhiate di “sorpresa” che la scombussolano tutta, e poi a lezione di biologia succede che si ritrovano seduti uno vicino all’altra, e lui però
Si stava allontanando da me, seduto sul bordo della sedia e voltato dall’altra parte, come per evitare una tremenda puzza.
Lui è “sorpreso” perché, vi dicevo, i vampiri non sono soltanto immortali bellissimi succhiasangue, ma c’hanno anche i superpoteri X-men, quelli standard di serie (la superforza, la supervelocità, il supersalto, i supersensi, il superarrampicarsi sugli alberi come scoiattoli arrapati col turbo per andare a limonarci sulla vetta) e i superpoteri optional straordinari, che sono diversi per ogni vampiro: il superpotere optional straordinario di Edward è quello di leggere nel pensiero di chiunque, ma non si sa come mai (e che volete!, ovvio: perché lei è unica e specialissima) non riesce a leggere i pensieri di Bella, e la cosa lo turba parecchio –
oltretutto, il sangue di Bella c’ha l’odore più forte e delizioso che Edward abbia mai sentito, è difficilissimo trattenersi dal tirarle un mozzico sulla testa lì per lì, è tutta una tensione da “pugni stretti” e “occhio velato di frustrazione”; anche Bella è paralizzata, lui è troppo
bizzarro e bellissimo
c’ha un sorriso micidiale che luccica di insondabili maliziosissimi significati
Alzai lo sguardo e vidi un sorriso beffardo tanto bello da catturarmi come un’idiota
i denti, va be’, è un vampiro,
una schiera di denti perfetti e bianchissimi
la voce
bassa e melodiosa, vellutata, seducente
i capelli, siccome è bizzarro e maledetto e beffardo, quando piove che se li copre a fare, si sa come va coi capelli dei figoni maledetti, il bagnato li infighisce e basta,
I suoi capelli erano fradici, spettinati, ma anche conciato in quel modo sembrava appena uscito dalla pubblicità di un gel.
che sguardo, che occhi, che vertigine!,
penetrante, intenso, che mi scruta dentro sempre più intensamente, ardente
dai riflessi gialli, urca!
da sotto le lunghe ciglia nere lanciò un’occhiata dorata che mi trafisse
non potevano scegliere un attore più adatto del Patty, che sono vent’anni (cioè dalla nascita), che s’allena a fare lo sguardo “in su di sottecchi” (e lo fa talmente bene, oh, anche nel privato, che a volte sembra stia interpretando la decerebrazione rincitrullita d’uno zombie, gli si vede solo il bianco degli occhi):
il modo che aveva Edward di guardare in su di sottecchi
Bella, sconvolta, si chiede
è anche un ipnotizzatore?
la calligrafia!, persino la calligrafia ce l’ha ganza!,
Avrei potuto annotarlo anche io, ma la sua grafia nitida, elegante, mi intimidiva. Non volevo rovinare la pagina con i miei scarabocchi maldestri.
si sfiorano per caso e c’è er brivido,
Quando mi aveva toccato, avevo sentito quasi una fitta alla mano, come fossimo stati percorsi da una scintilla di corrente elettrica
Lui ogni tanto la guarda, ok, ma la evita, non le parla, Bella è depressa, si sente una schifezza – fa una mirabile sintesi del lamentoso e umiliante sogno d’amore (non corrisposto) dell’adolescente bimbominkia: I
o non ero interessante. Lui sì… brillante… misterioso… perfetto… bellissimo…
Finché un bel giorno, che è il giorno del colpo di fulmine definitivo e irrevocabile, succede che nel parcheggio della scuola Bella sta per essere schiacciata da una macchina che sbanda sul ghiaccio ed ecco che in un lampo arriva Edward che la salva, mettendo il suo corpo d’acciaio superforte tra Bella e la macchina,
e dopo il quasi-incidente cominciano a frequentarsi, e cominciano i siparietti mocciani da cartolina di San Valentino,
“Non hai fame?”
“No”. Non mi andava di dirgli che ero a stomaco pieno… di farfalle.
ma Bella comincia anche a sospettare che Edward le nasconda qualcosa, qualche segreto superpotere,
oscillavo tra Bruce Wayne e Peter Parker
(la mormona Stephenie Meyer, che i fumetti scabrosissimi dei supereroi ce li ha proibiti – uuuuh troppa violenza! – non ha idea di chi sia Bruce Wayne, deve aver semplicemente chiesto al garzone del pizzicagnolo sotto casa “scusa, mi dici come si chiamano gli alter ego di… uhm, vediamo, i due più famosi, batman e l’uomo ragno?” – non sa che Bruce Wayne non ha alcun superpotere, e che non è neppure lontanamente assimilabile a un adolescente) Edward non è un eroe qualsiasi ma un eroe adolescente bimbominkia, tenebroso, tormentato e maledetto, è un Heathcliff animalesco che ti fa sentire “lacerata” e allo stesso tempo t’attizza da morire,
era pericoloso, ecco cosa stava cercando di dirmi [...] mi sentivo inquieta, ansiosa… e affascinata, soprattutto.
è un bullo prepotente e seducentissimo che la prende su e se la spupazza come niente, fanno il gioco del gatto col topo e lei abbozza deliziata, ihihihih (risatina bimbominkia), che maso-divertimento!
Mi trascinava verso la sua auto, senza mollare il mio giubbotto. “Mollami!”. Non mi dava ascolto [...] Me ne stavo accanto all’auto, infuriata. Edward abbassò il finestrino elettrico e si sporse verso di me. “Sali, Bella”. Non rispondevo. Tra me e me stavo calcolando le possibilità di raggiungere il pick-up prima che potesse afferrarmi. Erano bassissime, dovevo ammetterlo. “Tanto ti riprendo”, minacciò lui, che aveva intuito tutto.
e poi, una volta che Bella è salita in macchina, SBRAAAAMMM!, si decolla a razzo, che figo!
Mi resi conto che stavamo andando molto veloci; eppure, l’auto procedeva con tale sicurezza e stabilità che non ne percepivo il movimento
(eh sì, quasi dimenticavo, tra i superpoteri standard di serie c’è pure questo qua, strano ma vero: i vampiri sono dei piloti automobilistici provetti che vanno a duecento all’ora ovunque, a occhi chiusi, anche nei centri cittadini più incasinati)(gli si dà un’enfasi mica da niente, alla goduria della velocità spaziale sborona)
Lui svoltò bruscamente a sinistra e iniziò ad accelerare, superando parecchi stop senza fermarsi mai. Eppure mi sentivo totalmente al sicuro
(pronto, Volvo? senta, c’abbiamo qui una nostra autrice che ha scritto un libricino scemo fatto apposta per acchiappare al lazo milioni e milioni di bimbominkia tutti più o meno patentati o prossimi patentati “daddy comprami la macchina” e c’è il protagonista fighissimo che è un dyo del volante e spinge la sua macchina alla velocità del suono e le femmine se lo slumano piene di desiderio e la macchina non sbanda mai ed è sempre perfetta e sempre pulitissima e luccicante – quanto offrite?)
e mentre sgomma per strada, tranquillissimo, Edward mette su un CD che, indovinate un po’, no – non è Giovanni Allevi:
“Claire de lune?”, chiesi, sorpresa. Anche lui sembrava sorpreso.
Che incredibile coincidenza, chi l’avrebbe mai detto, una musica così colta e raffinata, così insolita e demodè, la conosce anche Bella!, devono proprio essere anime gemelle! E mentre risuona Debussy, Bella guarda Edward innamoratissima ma lui è
nella pioggia, perso nei suoi pensieri
A cosa sta pensando Edward? Cosa succederà? Si lovveranno? Lo saprete nella prossima puntata (che dovrebbe essere in settimana, se ci riesco): il vampiro si rivela, tira fuori la mazza, arrivano i cattivi
di Betty Moore
Nessun commento:
Posta un commento